-  Tornesello Giulia  -  21/05/2013

VERITA PROCESSUALE E URGENZA MORALE DELLA VERITA - Giulia TORNESELLO

Ilda Rossa di Procura

Schiavo son dei pandetti tuoi

Con un"intercettazione puoi

Le mia cene , le mie cene vendicar…..Canta Giuliano Ferrara musica di Giuseppe Verdi

 

Sono orribilmente ma imprevedibilmente grata all"intelligenza sottile sorniona partigiana ma non becera di Ferrara. Una risata liberatoria è concessa. Fuori dal tunnel del porno del turpiloquio dall"ossessione morbosa dei media per cene con menù a base di bunga bunga olgettine rubacuori oggetti di pessimo ed incredibile gusto descritti in dettaglio.

In quest"ultimo anno abbiamo camminato vergognosi e imbarazzati distogliendo gli occhi dalle vetrine delle salumerie dove le innocenti robuste salsicce disegnando curve grandiose ci facevano arrossire. Perché le guardavamo? L"aria era come infettata intrisa di lordure che hanno contaminato il lato godereccio della cena della vita. Una salciccia, ebbene,, è una salsiccia.

Ma è accaduto anche di peggio. Esili creature dichiaratamente vegetariane allineando eretti nel cestello per la cottura a vapore spinaci robusti o carotine pallide e rugose ma dure si sono sorprese a fissarle ed hanno arrossito. Le loro verdure!

Tutti (o quasi) sanno che il Generale La Fayette ebbe parte attiva nella rivoluzione delle colonie inglesi d"America e che divenne grande amico di Beniamino Franklin. Ma pochi, immagino, sanno quanto Benjamin Franklin fosse un donnaiolo impenitente. Ebbene, Crescam ut prosim, fece incidere Franklin sulla spada del Generale La Fayette!

Una studiosa di anatomia intrigante e petulante pare abbia elencato i cambiamenti rivoluzionari intervenuti frattanto in Francia nei nomi (e nella considerazione) degli organi del corpo umano e crescam ut prosim, che io cresca per giovare, toccò in sorte all"erettore del pene. Charlotte de Montigny con la sua Anatomie sans culotte aveva dato materia per una interpretazione non proprio militare della dedica incisa da Franklin sulla spada dell"amico La Fayette. Insomma le idee nel loro imprevedibile rapporto con la carne ( in C. Scheene Le disavventure di Margaret Adelphi ).

Allora: dall"incubo porno si può uscire, ne siamo fuori, dobbiamo esserlo.

Non siamo usciti dal tunnel Berlusconi incubo quotidiano. Ma lo hanno voluto quelli italiani che in lui si identificano quegli altri che operano male e parlano al telefono peggio così che intercettati   vengono raggiunti da avvisi di garanzia e così via…

La Procura Milanese.

Da sempre il lavoro paziente pesante non ossessivo, no. La consapevolezza che il processo come lo specchio svela la verità che riflette. Su quella verità bisogna decidere. E" duro e amaro. Chi scrive sente come per la dott.ssa Boccassini la verità abbia qui una sua urgenza morale che per lei ha la forza della realtà.Non posso e non voglio ricordare a questa valorosa combattente l"aspetto ambiguo dello specchio . Si accerta la verità processuale non la realtà.

È impensabile un processo senza regole. Si può pensare alla libertà di prova intesa in senso assoluto? Certamente no. Nel rispetto delle forme processuali e dunque del diritto, che é forma, la realtà viene scoperta, fermata nel suo svelarsi. Questa é la verità processuale. Una specie di promessa, ma anche l"accettazione di un rischio. La forma del processo è come la doppia funzione dello specchio: la realtà e luogo della sua vanificazione: specchio della realtà ma anche gioco di specchi, illusione (cfr. J. Baltrusaytis).

Il rischio sta nel fatto che il processo, come uno specchio, non contiene la verità ma svela la verità che riflette.

Penso a proposito delle recenti 700 pagine scritte ancora da Ilda Boccassini che da questa "esagerazione" viene riconfermata la sua passione civile e che non può esservi distacco nella fatica da portare tenacemente a buon fine.

Vorrei dire infine sottovoce, con umiltà: per chi si occupa della famiglia e dei minori questo è un dolore una umiliazione quotidiana e silenziosa.Per tanti di noi temi impropri del processo sono evidenze che si sono dipanate dinanzi agli occhi dei protagonisti per anni per tentare poi di aver voce nel giudizio, sulla scena processuale.E il giudice ce lo ricorda sempre. Nel processo un tema improprio non ha voce.




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film