-  Redazione P&D  -  04/11/2014

ASSI CHIODATE ED AGGRAVANTE DI AVER AGITO CON CRUDELTA' - Cass. Pen. n. 40829/14 - C.C.

- Reato, aggravanti

- Omicidio di soggetto colpito ripetutamente con svariati corpi contundenti,

- Ritenuta sussistenza dell'aggravante di aver agito con crudeltà, rigetto del ricorso.

Con sentenza depositata il 2 ottobre 2014 la Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di soggetto, condannato dalla Corte d'Assise d'appello, fra l'altro e ritenuta la continuazione, per i reati di rapina ed omicidio aggravato dalla crudeltà.

In particolare, per quanto concerne l'omicidio, l'imputato avrebbe sferrato diversi colpi utilizzando sia le proprie mani che alcuni corpi contundenti rinvenuti sul luogo del delitto quali, in particolare, un ventilatore e le assi chiodate di una cassetta di legno quando la vittima, in seguito deceduta, era già riversa sul letto ed incapace di reagire.

A mezzo di ricorso in Cassazione per violazione di legge e vizio di motivazione si riteneva che la Corte di merito fosse incorsa in un errore di diritto per aver ritenuto la sussistenza della menzionata aggravante nell'ipotesi di una mera reiterazione di colpi qualitativamente caratterizzati da un "naturale crescendo" delle inferte lesioni.

Nella pronuncia che si allega, ribadito che l'aggravate dell'aver agito con crudeltà verso al persona richiede che la condotta dell'agente si riveli tale da rendere evidente la volontà di infliggere alla vittima sofferenze aggiuntive che esulano dal normale processo di causaziono dell'evento, si precisa che anche la reiterazione dei colpi nei confronti della vittima può ritenersi in concreto idonea ad integrare l'aggravante de quo.

Si è pertanto ritenuto non viziata la sentenza impugnata laddove questa ha valorizzato oltre alla smodata violenza percussiva dei colpi inferti anche successivamente al raggiunto stato di incapacità offensiva della vittima, l'utilizzo, oltre alle mani ed agli altri corpi contundenti - ritenuti già sufficienti a cagionare la morte - , anche di assi chiodate con le quali il corpo della vittima è stato martoriato. (c.c.)




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