Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  20/04/2024

Vita quotidiana, nell'area del disagio - P.C.

L’idea di un “Progetto di Vita” cui far capo, riguardo al futuro, ha conosciuto un avvio eminentemente pubblicistico, nel nostro paese.

  Ci si riferisce, in particolare, alle persone portatrici di serie ombre psicofisiche; al dovere che vengano cioè rispettate le inclinazioni profonde dell’interessato, da parte dell’ente preposto (l. 328/2000, art. 14), con riguardo all’ambiente abitativo e a quello lavorativo. 

  E’ col riscontro delle mancanze rimproverabili al legislatore, specialmente alla normativa sul ‘’dopo di noi” (l. n. 112 del 2016), che maturerà in seguito una coscienza più precisa, fra gli interpreti; e i punti chiavi della neo-grammatica verranno sgranandosi uno dopo l’altro, nel corso degli anni. 

 Da ultimo in particolare.

  Certi soggetti colpiti da gravi disabilità – ecco il punto - non riescono a esprimersi chiaramente, a parole o con la mimica; sono poco ‘’decifrabili’’ all’esterno, quasi delle sfingi.  Rare le persone che possano capirli al volo, senza fatica, non si va di solito oltre la cerchia dei genitori, dei nonni, dei fratelli: i soli al mondo in grado di cogliere e decodificare i vari gesti, quegli scatti, i rumori e messaggi dell’interessato.

 il passaggio del tempo, il succedersi delle cose; ecco ciò che ha scandito giorno per giorno, in quella famiglia, il formarsi di un sistema di scambio. Cucina, camera da letto, stanza dei giochi, giardinetto: una chiave indispensabile per intuire ovunque, con sicurezza, cosa il congiunto in difficoltà invochi via via, respinga, accolga in dettaglio. Che cosa desidererebbe, cosa lamenti, che si aspetti di ricevere; anche fuori casa, in città e in vacanza, a livello di cibo, di salute, di odori, di vestiti, di contatti con gli altri.

 




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