Letteratura  -  Redazione P&D  -  24/04/2024

Mangiare e bere - Paolo Cendon

Gennaio 2005, da poco è entrata in vigore la legge sull’amministrazione di sostegno, quando all’ ufficio del giudice tutelare, accompagnata dalla madre, si presenta un giorno una ragazza.

   Cristina di nome, ventidue anni; fisicamente pelle e ossa, peso trentaquattro chili, cammina a fatica.   Sono poco ottimisti i medici, la mamma è preoccupata; spera che il giudice nominerà in fretta un amministratore di sostegno - qualcuno dotato della giusta   sensibilità, forte dei poteri tecnici necessari per salvare la figlia.

------------

‘’Anche per dare un segnale a Cristina – aggiunge la madre - vorrei fosse certo fin d’ora, scandito per bocca del Tribunale, che   il giorno che mia figlia fosse allo stremo, moribonda, un cucchiaio di miele le verrà comunque infilato in bocca, per salvarla’’.

Scuote la testa   il giudice, spiega che una cosa simile non si può fare, in Italia. Una donna che   soffra di disturbi alimentari non è esattamente una pazza, la legge 180 non le è    applicabile.  È esclusa quindi la possibilità del ricorso, nel caso, a un trattamento sanitario obbligatorio.

-----------

  Parla chiaro l’articolo 32 della Costituzione, al riguardo, opera tecnicamente una riserva di legge, disposta nel secondo comma.  Bene magari la nomina a Cristina di un vicario AdS, questo sì, anche subito: la cui unica facoltà potrà essere, però, quella di ingaggiare un bravo psicologo, incaricato di persuadere la ragazza a mangiare ogni tanto.

  Conclusione della vicenda? Cristina ce la farà a sopravvivere, evviva, prevarrà in lei l’istinto di conservazione all’ultimo momento; moriranno però, quello stesso anno, altre cinque ragazze nel comprensorio, tutte sui trenta chili: anche loro con disturbi alimentari, meno fortunate però, contrarie (a differenza di lei) ad affidarsi allo psicologo.

-------------

   Tanti altri casi di anoressia poi, nel periodo a seguire in quel Tribunale.

  Ogni volta sindromi un po’ diverse, per qualche dettaglio, non pochi i decessi.

   Un punto fermo comunque, per le ipotesi di sopravvivenza: e saranno i medici a rimarcarlo, ogni volta più convintamente.  Scendere sotto i 30 chili significa in ogni caso, per le ragazze con disturbi, varcare un punto di non ritorno: pur se la morte verrà evitata, per colei che sopravvive qualche riflesso negativo– nervi, muscoli, ossa, fegato, ormoni - rimarrà per sempre nel corpo.

 

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film