-  Rega Ilaria  -  29/11/2012

ALLARME PANDEMIA - Ilaria REGA

L'Abuso di antibiotici protratto nel tempo sta giungendo alle sue estreme conseguenze, in molti casi infatti non riescono più ad arginare alcuni virus e batteri, si è sviluppata quella che viene definita una:"farmaco-resistenza". Dame Sally Davis, responsabile del sistema sanitario inglese, ha usato di recente un esempio molto chiaro per dare il senso dell'emergenza: "Gli antibiotici perdono la loro efficacia a un ritmo che è insieme allarmante e irreversibile, simile al riscaldamento globale".

Si stima che in Europa 25mila persone muoiano ogni anno perché le penicilline e i loro derivati non curano più. Quante di noi, mamme, non sono state tentate a somministrare al proprio bimbo un antibiotico, quanto meno per mettere a tacere la nostra ansia, anche quando forse non era indispensabile. E quanti medici, pur di non accollarsi la responsabilità in caso di complicazioni, seppur remote, hanno prescritto un antibiotico, che forse non era così indispensabile.

Ormai è un'emergenza a livello globale, lo dice anche l'Oms e il centro europeo per la prevenzione, che mettono in guardia sul pericolo effettivo di microorganismi Killer. L'Italia non è esclusa dall'allarme klebsiella pneumoniae, un micro organismo capace di uccidere circa il 40% delle persone che colpisce. "Si usano troppi antibiotici in modo non appropriato e i batteri sviluppano resistenze perché imparano a conoscere le nostre armi", spiega Giovanni Rezza, esperto di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. Il problema viene poi aggravato dalla possibilità di acquistare certi farmaci on line senza ricetta, rendendo più facile l'abuso di alcune sostanze medicinali.

La klebsiella è arrivata in Europa dall'India ed è solo il batterio che in questo momento preoccupa maggiormente tra i tanti, poichè nel nostro paese la sua resistenza ai farmaci è passata dall'1,6% nel 2009 al 27% del 2011, come dicono dall'Aifa. E per l'anno in corso si sarebbe superato il 30%.

Un recente studio condotto in Inghilterra su un campione di circa 1.800 persone ha dimostrato l'uso scorretto da parte della popolazione degli antibiotici. Vengono assunti sempre più frequentemente per raffreddori, influenze stagionali e piccole infezioni. Dallo studio emerge che più del 25% dei pazienti ritiene che per curare queste malattie sia opportuno ricorrere ad antibiotici, senza necessità di prescrizione.

«L'antibiotico va impiegato da subito - sostiene la dott.ssa Chiara Oggioni, Responsabile dell'Ufficio Epidemiologico di Humanitas - solo in presenza di alcune patologie, come la polmonite, che comportano un rischio effettivo per la sopravvivenza dell'individuo. Nella maggior parte dei casi, invece, sono raccomandabili l'impiego dei tradizionali farmaci sintomatici e indagini di laboratorio. Solo una volta che si è in possesso dell'antibiogramma si potrà mettere a punto una terapia mirata ed efficace. Le cosiddette terapie a "ombrello" o "a copertura" sono quindi sconsigliate, i farmaci vanno assunti solo in seguito al consulto con il medico, il quale a sua volta deve ricorrere ad un uso ragionato e limitato di questi farmaci». ".

Più si abusa degli antibiotici e più ceppi resistenti si sviluppano. Gli europei assumono il doppio degli antibiotici veramente necessari per curarsi. In alcuni casi purtroppo, la gente li richiede e i medici li prescrivono, senza andare troppo per il sottile: atteggiamento veramente miope, da parte di tutti.

Probabilmente sarebbe il caso di riprendere in considerazione, quando si parla di lievi malesseri, la medicina naturale e di utilizzare gli antibiotici con il contagocce solo nei casi in cui realmente non se ne può fare a meno; ne va della salute di tutti!




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