“Il piano dell’inclusione non può essere qualcosa di rigido”.
Non esistono schemi di condotta applicabili a tutti; scritti in alto, con lo scalpello da marmo.
Fondamentale, certamente, l’oggettiva qualità dell’esistenza; e molte appaiono le uniformità al riguardo. Il braille per i ciechi, la rampa di accesso per chi non cammina; lavelli giusti sui treni, altezza ottanta centimetri: avvertimenti ai semafori, facilitazioni economiche per gli apparecchi acustici.
“Nei dettagli però ogni traiettoria diverge dalle altre”. Accentuate o meno, di singolarità non ne mancano tra le persone: d’estate o d’inverno, più o meno lecite, nei forti o nei deboli, per il giorno o per la notte.
Il diritto non può prescinderne, specie nel primo libro del codice civile. Il criterio è quello dell’inconfondibilità, della relatività come per Einstein; un vestito su misura.