Amministrazione di sostegno  -  Redazione P&D  -  24/01/2024

Con l’AdS è entrata nel diritto, si afferma, una nuova consapevolezza circa la necessità di cambiare linguaggio. Cosa vuol dire?

 -  Significa che vengono oggi usate, accanto alle locuzioni classiche, a livello sostanziale e processuale, una serie di altre espressioni. Formule che si ritrovano nei decreti giurisprudenziali, sempre più spesso, nelle opere dottrinarie, talora in contesti amministrativistici, di legislazione regionale .

 Sono termini deputati a scandire, quasi sempre, la necessità che si presti attenzione - in ogni scelta affidata al GT o all’AdS – ai motivi della scrupolosità professionale, della lievità di tono, della serenità rispetto al beneficiario.

Già oggi, nell’ordito degli articoli dal 404 al 413 cod.civ., spiccano espressioni – un tempo assenti, o prospettate con ben altra enfasi - come ‘’esigenze’’, ‘’cura’’, ‘’sentire personalmente’’, ‘’servizi sociali e sanitari’’, ‘’bisogni’’, ‘’vita quotidiana’’, ‘’aspirazioni’’, ‘’richieste’’, ‘’piena tutela’’.

Altre parole, che si candidano a entrare nel futuro lessicale, per l’istituto, sono ad esempio benessere, soddisfazione, empatia, ascolto, inadeguatezza (destinata sempre più a sostituire il vocabolo “incapacità”), desideri, quotidianità, relazioni sociali, creatività, realizzazione, resilienza




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