-  Mottola Maria Rita  -  14/02/2013

ETERNIT 2 - Maria Rita MOTTOLA

Questa mattina a Torino è iniziata la fase di appello del processo Eternit. In primo grado gli imputati erano stati condannati a pene detentive di 16 anni per disastro ambientale e mancata applicazione di norme antinfortunistiche. La Corte ha ammesso la ripresa televisiva delle fasi delle udienze (già programmate sino a maggio) per la rilevanza sociale del processo.

E' importante che una multinazionale sia condannata per i danni che ha provocato, che sia stigmatizzato che una condotta spregiudicata e irriguardosa della salute e dell'ambiente sia definitivamente bandita da uno stato di diritto. E' un segnale per un forte cambiamento.

Ma l'eternit è fuori legge dal 1992 e le Regioni e i comuni, anche per mancanza di fondi, hanno predisposto, con gravissimo ritardo, i piani per rimuovere le strutture costruite e realizzate con il materiale killer. Siamo ovunque ancora circondati, anche senza saperlo. Anche questa condotta negligente deve essere definitivamente condannata. La buona amministrazione ha un unico scopo il benessere di tutti.

In questi vent'anni la gente comune ha continuato a respirare le terribili particelle nocive e ad ammalarsi. Gli operai esposti, per il lungo periodo di latenza della malattia, continuano a morire. Come oggi ad Avellino, per esposizione all'amianto nella azienda ove lavorava e sulla quale la procura ha riaperto un'inchiesta. Aveva solo 53.




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