Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  05/07/2023

Figli uccisi dai genitori, 535 vittime in 20 anni: ecco il disegno di legge per proteggere i bambini da padri e madri violenti

In Italia, negli ultimi 20 anni, i casi di figlicidio sono stati 535, un numero impressionante. L’anno nero è stato il 2014, con 39. E solo dal 2020 ad oggi se ne contano già 31. Per dare una risposta ad un dramma che si innesta in un enorme vuoto legislativo a protezione dei bambini nei casi di violenza di genere o domestica, la senatrice Pd Valeria Valente ha presentato oggi in Senato  un disegno di legge che dà voce alle istanze di centri antiviolenza, dell’Unione donne italiane e dell’associazione Federico nel cuore, fondata da Antonella Penati, la mamma di Federico Barakat ucciso nel 2009 ad otto anni dal padre ( poi suicidatosi) durante un incontro protetto nella sede dei servizi sociali di San Donato milanese.

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L’87% dei responsabili dei figlicidi è costituito da uomini, essenzialmente padri, e la quasi totalità è italiana. Il 13% è imputabile alle madri, le cui motivazioni sono quasi tutte riconducibili a situazioni di violenza/sofferenza o di pericolo, in molti casi più volte denunciate e non considerate. Il figlicidio paterno rappresenta invece quasi sempre una vendetta trasversale di uomini contro le proprie ex. Gli autori degli omicidi dei minori hanno un’età compresa tra i 40 e i 45 anni e appartengono al ceto medio-alto.

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“Questo ddl – dichiara Valeria Valente - è tanto semplice quanto radicale e profondo: un compagno, un marito violento non può essere un buon padre. Il nostro auspicio è che possa essere esaminato e approvato al più presto con ampio consenso, visto che si inserisce tra le indicazioni approvate all’unanimità nella relazione conclusiva della Commissione di inchiesta del Senato sul Femminicidio, che ha concluso i suoi lavori con la fine della passata legislatura”.

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Altro punto fondamentale nella proposta di legge è la responsabilità dei giudici nel valutare la pericolosità del soggetto denunciato e, di conseguenza, la eventuale sospensione di ogni suo contatto con il minore. In particolare, la riforma dispone che nei casi di allegazioni di violenza, il giudice, anche d’ufficio, disponga l’immediata sospensione del diritto di visita del genitore violento e, previo e immediato coordinamento con le altre autorità giudiziarie anche inquirenti, assuma misure di protezione e disponga l’affidamento temporaneo del minore all’altro genitore, o, nel caso d’impossibilità, ai parenti di questo entro il quarto grado.

 

 




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