-  Redazione P&D  -  27/01/2013

FINE-VITA E DONAZIONE DI ORGANI E TESSUTI – Gabriele MAESTRI

In una sezione dedicata alle «decisioni di fine-vita» non è forse immediato pensare di trovare un saggio sulla donazione degli organi: il tema è di certo legato all"evento morte (non considerando il prelievo di organi da donatore vivente), ma non è tra i più approfonditi in tempi recenti. Ciò pare motivato da varie, connesse ragioni. Il prelievo degli organi può essere avvertito come un tema «collaterale», che viene «in second"ordine» rispetto ad altre questioni di fine-vita, forse perché si colloca logicamente dopo l"evento morte (rectius: dopo il suo accertamento).

Alla donazione di organi si riconosce poi soprattutto una dimensione etica, risultando meno evidenti alla gente comune le sue implicazioni giuridiche. Per finire, negli ultimi dieci anni, non si sono registrate significative polemiche (l"ultima, il noto «caso Celentano», è del 2000) che abbiano avviato un dibattito etico, politico e giuridico sulla donazione; il tema così è rimasto in ombra, mentre confronti e scontri accesi (a livello parlamentare, tra gli specialisti del settore e nella società civile) hanno riguardato altri aspetti del fine-vita, finendo per occupare quasi per intero lo spazio del dibattito pubblico in questa branca del diritto.

 Se tutto ciò può essere vero, non vanno trascurate altre considerazioni, di valore almeno pari a quelle precedenti. Innanzitutto, parlare della donazione di organi e tessuti in rapporto al fine-vita – come messo in luce dall"esperienza comune o da vicende di cronaca, come il citato «caso Celentano» – significa interrogarsi essenzialmente su due punti fondamentali: l"attuale «stato dell"arte» in medicina e il consenso del donatore o di chi può esprimersi in sua vece; se questo secondo punto è meno attinente all"ambito del fine-vita (ma è, come si vedrà, del tutto inscindibile dal resto della trattazione), il primo è invece perfettamente in tema, dal momento che nella riflessione sulle conoscenze mediche riveste la massima importanza l"analisi delle indicazioni cliniche e giuridiche sull"accertamento della morte. Secondariamente, le polemiche e il dibattito sui due punti appena ricordati, in realtà, hanno caratterizzato un periodo piuttosto lungo della storia italiana, durante il quale la materia dei trapianti di organi da persone defunte ha ricevuto le prime attenzioni da parte del legislatore; il confronto è proseguito negli anni, registrando prassi mediche e interventi normativi, fino all"ultima legge di sistema (l. n. 91/1999), dopo la quale tuttavia l"attenzione dei giuristi e dell"opinione pubblica per la donazione degli organi si è notevolmente ridotta.

 Questo «silenzio» prolungato e pressoché totale sul tema, tuttavia, non significa affatto che tutti i problemi in materia siano stati risolti o che non vi siano profili di interesse.

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