-  Redazione P&D  -  01/10/2016

Il risarcimento del danno endofamiliare, unica forma di tutela per i minori privati del rapporto genitoriale - Giovanni Sicignano

  1. Breve introduzione sulla responsabilità civile in materia familiare

La responsabilità civile in materia familiare è una materia molto densa di implicazione. Dal punto di vista storico, dopo la privatizzazione della famiglia avvenuta con la riforma del 1970, si sono sviluppate diverse forme di responsabilità civile nell"ambito dei rapporti familiari: si pensi a titolo di esempio ad una pluralità di comportamenti che siano lesivi dell"onore e della dignità di un coniuge, oppure si pensi al caso di un genitore che abbandoni economicamente e moralmente un figlio.

Come afferma la Suprema Corte infatti "La famiglia è una comunità che si presenta come luogo di tutela dei diritti fondamentali della persona, diritti pieni, diritti soggettivi, inderogabili e la cui natura non può essere messa in discussione. Non può essere un luogo di compressione e di mortificazione dei diritti fondamentali. Il rispetto della dignità di ciascun familiare, il rispetto della personalità sono obblighi giuridici, non semplici obblighi morali."1 Alla luce di questo principio, pertanto, i comportamenti che cagionano un danno ingiusto anche all"interno della comunità-famiglia sono meritevoli di risarcimento. Dopo la riforma del 1970 appare evidente che il danno subito da un membro della famiglia, tanto civilmente quanto penalmente, non possa essere giustificato dal fatto che l"autore del comportamento lesivo sia un altro familiare. Attualmente, come afferma autorevole dottrina2 "la domanda di risarcimento del danno che un componente della famiglia ritenesse di aver subito ingiustamente, a causa del comportamento illecito tenuto da altri familiari, viene più volte avanzata non tanto, ragionevolmente, perché mosso da un desiderio di vendetta quanto perché ci si rende conto di essere stati privati di un bene, di un diritto, di una possibilità di vita diversa, di avere cioè subito un vero e proprio danno morale, più che economico." Alla luce di queste considerazioni pertanto è possibile, per la dottrina maggioritaria, applicare la disciplina della tutela aquiliana nell"ambito familiare. Tuttavia bisogna distinguere l"illecito endofamiliare da quello esofamiliare in quanto "nel primo caso occorre tener presente non solo come le aggressioni attuate si pongano in rilievo quali atti particolarmente gravi, ma anche e soprattutto che le stesse risultano essere maggiormente difficili da fronteggiare sotto il profilo sociale, psicologico, culturale e religioso."

Molto si è discusso, in dottrina e in giurisprudenza, intorno all"applicabilità della clausola prevista dall"art. 2043 c.c. al diritto di famiglia. Infatti la Suprema Corte nel 19953 enunciò il principio di diritto secondo cui: "l"addebito della separazione, di per sé considerato, non è fonte di responsabilità extracontrattuale ex art. 2043 c.c., determinando solo il diritto del coniuge incolpevole al mantenimento. Pertanto la risarcibilità dei danni ulteriori è configurabile solo se i fatti che hanno dato luogo all"addebito integrano gli estremi dell"illecito ipotizzato dalla clausola generale di responsabilità espressa dalla norma citata." In sostanza la Suprema Corte ha stabilito che non vi è un automatismo tra addebito della separazione ed altri danni eventualmente prodottisi all"interno del nucleo familiare. Autorevole dottrina4 ha infatti ritenuto che poiché risultano inadeguati gli strumenti previsti dagli articoli 570 e 572 c.p. e dall"art. 1218 c.c. (in tema di responsabilità contrattuale) "le eventuali conseguenze negative provocate dalla condotta illecita di un membro della famiglia nei confronti di un altro, non potranno che essere riparate mediante il risarcimento previsto, in generale, dall"art. 2043 c.c. e, nello specifico, dall"art. 2059 c.c."



  1. Il concetto di famiglia e la risarcibilità del danno endofamiliare nella giurisprudenza della Suprema Corte

Il concetto di famiglia è strettamente connesso ad alcuni diritti inviolabili del soggetto. Nella famiglia infatti, i partners condividono abitudini di vita, solidarietà e amore. Nel momento in cui si costituisce una famiglia, vi è in capo ad ogni membro un obbligo di reciproca assistenza morale e materiale che prescinde dal valore del singolo componente. Al tempo stesso il singolo non può essere degradato: le condotte illecite degli altri membri rappresentato violazione di diritti inviolabili.

Nel 20055 la Suprema Corte ha fatto un passo in avanti molto significativo per la tutela delle situazioni soggettive dei singoli membri in quanto ha "legittimato l"ingresso della responsabilità civile risarcitoria in ambito endofamiliare"6. A livello costituzionale inoltre l"art. 2 della nostra Carta Costituzionale tutela i diritti inviolabili dell"uomo sia come singolo sia nelle formazioni sociali (ad esempio nella famiglia). Come affermato da autorevole dottrina " ne consegue che il rispetto della dignità e della personalità, nella sua interezza, di ogni componente del nucleo familiare assume i connotati di un diritto inviolabile, la cui lesione da parte di altro componente della famiglia, così come da parte del terzo, costituisce il presupposto logico della responsabilità civile, non potendo chiaramente ritenersi che diritti definiti come inviolabili ricevano diversa tutela a seconda che i loro titolari si pongano o meno all"interno di un contesto familiare7."

Successivamente, in altre pronunce la Cassazione ha ampliato le ipotesi di responsabilità civile all"interno del contesto familiare. Infatti nel 20128 la Suprema Corte ha affermato che "la violazione dei diritti fondamentali della persona è, infatti, certamente configurabile anche all"interno di una unione di fatto, che abbia, beninteso, caratteristiche di serietà e stabilità, avuto riguardo alla irrinunciabilità del nucleo essenziale di tali diritti, riconosciuti, ai sensi dell"art. 2 Cost., in tutte le formazioni sociali in cui si svolge la personalità dell"individuo." Nel 20139 i giudici di Piazza Cavour hanno riaffermato che non vi è automatismo tra il danno endofamiliare e la mera violazione dei doveri matrimoniali o la pronuncia di addebito della separazione, ribandendo che "deve affermarsi la necessità che sia accertato in giudizio il danno patrimoniale e non patrimoniale subito per effetto della lesione, nonché il nesso eziologico tra il fatto aggressivo e il danno."

In merito alla quantificazione concreta del danno endofamiliare, la giurisprudenza di merito10 ha ritenuto che per il risarcimento del danno da privazione del rapporto genitoriale si applica la voce all"uopo prevista dalle tabelle giurisprudenziali adottate dall" Osservatorio sulla Giustizia civile di Milano. La Suprema Corte11 ha confermato tale orientamento stabilendo che "si applica la voce tabellare per perdita del congiunto nella misura che varia – in base al caso concreto – tra un quinto, un quarto, un terzo o la metà."



  1. Le due principali figure di illecito endofamiliare enucleate dalla giurisprudenza e dalla dottrina: il danno da infedeltà e il danno da privazione del rapporto genitoriale.



Le ipotesi di danno endofamiliare maggiormente diffuse nelle aule dei Tribunali italiani sono: il danno da infedeltà tale da pregiudicare l"onore e la salute del partner tradito; il danno da mancato riconoscimento del figlio; il danno da abbandono morale e materiale del familiare; il danno da privazione della sessualità coniugale.

Dal punto di vista normativo, i coniugi possono disattendere l"obbligo di fedeltà proponendo domanda di separazione, in quanto non è possibile enucleare con il matrimonio un diritto inviolabile, costituzionalmente garantito, alla fedeltà. Tuttavia nei casi in cui la lesione dell"obbligo di fedeltà sia particolarmente grave per il partner che la subisce, si apre la strada del risarcimento del danno endofamiliare. Infatti , la Cassazione ha avuto modo di precisare che non basta una mera sofferenza psichica conseguente all"infedeltà subita per poter ottenere il risarcimento del danno. Infatti non basta la lesione di una legge ordinaria ma occorre una lesione di un diritto costituzionalmente garantito: "Evenienza che può verificarsi in casi e contesti del tutto particolari, ove si dimostri che l"infedeltà, per le sue modalità e in relazione alla specificità della fattispecie, abbia dato luogo a lesione della salute del coniuge (lesione che dovrà essere dimostrata anche sotto il profilo del nesso di causalità). Ovvero ove l"infedeltà per e sue modalità abbia trasmodato in comportamenti che, oltrepassando i limiti dell"offesa di per sé insita nella violazione dell"obbligo in questione, si siano concretizzati in atti specificamente lesivi della dignità della persona, costituente bene costituzionalmente protetto."12

La figura più ricorrente di illecito endofamiliare è ad ogni modo rappresentata dal danno da privazione del rapporto genitoriale. In tal caso infatti vengono in rilievo valori di rango costituzionale e sovranazionale (tra cui si segnalano la Convenzione dei diritti dell"Uomo e la Carta di Nizza). Le Convenzioni citate promuovono la tutela dei minori: fra l"altro, l"art. 24 della Carta di Nizza stabilisce espressamente che "I bambini hanno diritto alla protezione e alle cure necessarie per il loro benessere" e in particolare "il diritto di intrattenere regolarmente relazioni personali e contatti diretti con i due  genitori,  salvo  qualora  ciò  sia  contrario  al  loro  interesse".  La Convenzione  Europea  dei  Diritti dell"Uomo, oltre a stabilire all"art. 8 il diritto "al rispetto della vita familiare", prevede nell"ambito del settimo  Protocollo  addizionale  (all"art.  5)  che "I  coniugi  godono  dell"uguaglianza  di  diritti  e  di responsabilità di carattere civile tra di essi e nelle loro relazioni con i loro figli riguardo al matrimonio, durante il matrimonio ed in caso di suo scioglimento", fatto salvo il potere degli Stati di adottare le misure necessarie nell"interesse dei figli."13

Il nostro ordinamento inoltre considera il minore non solo come oggetto di protezione ma bensì come soggetto di diritto. Quindi, spetta ad entrambi i coniugi educare ed istruire la prole: nel momento in cui un genitore abbandona di fatto il minore, quest"ultimo viene privato dell"ambiente primario (i.e. la famiglia). Come ha sottolineato la Suprema Corte14 nel caso di privazione del rapporto genitoriale è ammesso il risarcimento ex art. 2059 c.c. Il pregiudizio patito dal minore può essere sia patrimoniale sia non patrimoniale. Il danno patrimoniale è senz"altro rappresentato dal mancato sostegno economico patito dal minore, oltre alla perdita di chanches che il figlio avrebbe potuto avere se educato e cresciuto dal genitore. Per quel che concerne il danno non patrimoniale "esso involge lo strappo insanabile al tessuto connettivo primario della famiglia, tale essendo la vita di una persona minorenne privata del genitore per volontà unilaterale di quest"ultimo. Si tratta di lesione che, tenuto conto di tutti gli indici già evidenziati, è sicuramente seria e grave."15



  1. Riflessioni e spunti critici intorno all"illecito endofamiliare

Il dibattito intorno all"illecito endofamiliare è tuttora molto vivo soprattutto in relazione alle nuove tipologie di relazioni sentimentali che si stanno sviluppando. Da un lato infatti si segnala l"apertura del sistema giuridico a nuove forme di relazione sentimentale, dall"altro invece si impone il rigido rispetto dei doveri nascenti dal matrimonio.

Ad avviso di chi scrive, serve rafforzare la tutela per le persone più deboli ed in particolare per i minori che vengono privati del rapporto genitoriale. Si pensi, esulando dal mondo del diritto, alla tipologia e al tenore di vita che avrebbero potuto avere e non hanno avuto. La Costituzione Americana è sempre invocata per la tutela della felicità: in tal caso può mai essere felice un figlio che viene di fatto abbandonato da un genitore che ha deciso di intraprendere un nuovo percorso? Le persone (in particolar modo i minori che stanno formando la loro volontà e coscienza) non sono degli I-phones, sono carne viva dotata di sentimenti: chi potrà mai garantire che le lacrime di un minore privato dell"affetto genitoriale siano impedite? Alla luce di queste breve considerazioni, pertanto, è ragionevole rimarcare l"importanza della tutela risarcitoria. Tutela risarcitoria che, beninteso, non restituirà mai al minore il pregiudizio subito ma almeno servirà a sanzionare un comportamento illecito del genitore.



1 Cass. Civ., sez. I, 10 Maggio 2005 n. 9801 in Fam.. e Dir., 2005, pag. 367.

2 Danno essenziale da illecito endofamiliare – G. Dignani relazione al seminario su danno essenziale nelle relazioni familiari – Cons. Ordine Avvocati – Ancona 18 Gennaio 2008

3 Sentenza n. 5866 del 1995

4 G. Facci, G. Ferrando, Il nuovo diritto di famiglia, Zanichelli, 2011, II, 91 ss.

5 Cass. Civ., sez. I, sent. 10 Maggio 2005, n. 9801.

6 P. Porreca, La lesione endofamiliare del rapporto parentale come fonte di danno, in Giur. It., 2005, 1633.

7 Studio del Dott. Giuseppe Buffone sul risarcimento del danno endofamiliare, su www.avvocatoelianaiuorio.wordpress.com

8 Cass., sent. N. 4184/2012

9 Cass. Civ., Sez. I, sent. 20 Giugnp 2013, n. 15481

10 App. Brescia 1 Marzo 2012; Trib. Milano, 16 Luglio 2014

11 Cass. Civ., Sez.I, 22 Luglio 2014, n.16657

12 Cass. Civ., sez. I, 15 Settembre 2011, n. 18853.

13 AMRAM, L"attuazione degli obblighi genitoriali nella crisi familiare: l"art. 709 ter c.p.c. al vaglio della giurisprudenza e della dialettica  in Fam. Pers. Succ., 2011, 533, segnala che in ambito comunitario si è pervenuti ad elaborare i Principles of European Family Law regarding Parental Responsibilities, quale aggregato di principi comuni agli Stati Membri.

14 Cass. Civ., S.U., sent., 11 Novembre 2008, n.26972 e 26975

15 Studio del Dott. Giuseppe Buffone sul risarcimento del danno endofamiliare su www.avvocatoelianaiuorio.wordpress.com

 




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