-  Redazione P&D  -  02/09/2009

SEPOLCRI IMBIANCATI E SEPOLCRI INVENTATI - Lorenza MORELLO

Sulla libertà di stampa si è sempre parlato sia nella prima che nella seconda repubblica. Nella prima la colpa era dei partiti che monopolizzavano la stampa ma c'erano più editori, nella seconda, invece, pare che di editori ce ne siano molto meno. In queste condizioni l'informazione può essere più controllata.
L’uso mediatico delle notizie comporta grande intelligenza e capacità, e non sembra che sul mercato attuale ci siano detti ingredienti. 

In passato non si usavano mezzi ‘impropri’ come la falsa prima pagina dell’Avvenire che, fotocopiata sulla prima pagina della Stampa, doveva accreditare una verità inesistente (il Papa che rimprovera senza cautele il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi) o esistente solo nella testa di chi avrebbe voluto che realmente fosse avvenuta e si comporta di conseguenza. Oggi si fa ricorso sistematico alla menzogna perché è più facile utilizzarla per l’esigenza di velocità di ‘consumo’ della stessa che i tempi impongono, ma anche per la debolezza gestionale della notizia vera da parte di improvvisati apprendisti stregoni.

Rammento una storiella che dimostrava l’uso manipolativo delle notizie, da parte dei media, nel rispetto comunque della verità. La storiella era la seguente: dando notizia del risultato di una gara tra leader politici, il Popolo titolava "De Gasperi arriva primo, Togliatti arriva ultimo", mentre l’Unità usciva col titolo "Togliatti arriva secondo, De Gasperi arriva penultimo". Sia l’uno che l’altro giornale dicevano la verità ma la presentavano in modo diverso. La corsa infatti era stata disputata solo da due concorrenti e l’arrivo era stato 1° De Gasperi e 2° Togliatti. Il Popolo oltre che dar conto della vittoria di De Gasperi, relegava Togliatti all’ultimo posto, tentando così un’ulteriore mortificazione dell’avversario. L’Unità, invece, confezionava la notizia in modo diverso ma col fine di ridurre psicologicamente la sconfitta del proprio leader parlando di secondo posto conquistato dallo stesso che comunque doveva apparire superiore al penultimo posto di De Gasperi.

La manipolazione delle notizie viene, quindi, da lontano, ma almeno, in passato, si rispettava la verità - anche se c’è stato un episodio controcorrente come quello del giornalista che durante una conferenza stampa, in TV, mise in difficoltà Togliatti ponendogli una domanda corredata da un passo (falso) che il detto giornalista faceva finta di leggere sull’Unità. Il leader comunista se la cavò riservandosi di verificare quanto sentito, ed alla Conferenza stampa successiva, scoperto l’imbroglio, si rifiutò di interloquire col suddetto giornalista-.

La storiella raccontata (parte integrante di un corso formativo) si potrebbe ripetere, oggi, con la Repubblica, il Giornale, Franceschini e Berlusconi. Teoricamente s’intende, perché nella pratica, viste le nuove ‘tecniche’ usate, è semplicemente impensabile.

La democrazia si fonda su libertà che devono essere inviolabili e tra queste deve risaltare la libertà di stampa, non la libertà di menzogna. Invece possiamo asserire che, nel nostro Paese (ma non solo), ieri la notizia veniva manipolata, mentre oggi viene totalmente inventata. Sta in ciò la diversità dei tempi che stiamo vivendo: siamo decisamente in un periodo di forte imbarbarimento della vita politica e dei rapporti tra avversari. Infatti, quando si dice che l’avversario viene oggi considerato un nemico da abbattere e da cancellare, si dice una verità senza tema di smentita e ne consegue che se l’avversario deve essere ‘abbattuto’ non ci si ferma dinanzi a nulla e si utilizza ogni mezzo lecito e illecito.




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