Quando si pensa alla responsabilità civile della pubblica amministrazione si pensa soprattutto a situazioni di danno patrimoniale: danno emergente e lucro cessante, sia per l’illecito contrattuale che per quello extracontrattuale.

Spesso è effettivamente così.

Gli esempi sono moltissimi, oggi i trattati in argomento sono ricchi di fattispecie significative: forse  la più nota e la più semplice è quella della buca stradale mal segnalata e dei danni che subisce lo sfortunato pedone, automobilista, ciclista, per effetto della caduta dovuta alla buca stessa.

In realtà sono molto importanti anche i casi in cui, ciò che si può chiedere alla pubblica amministrazione, in seguito ad una colpa addebitabile a quest’ultima, è un danno di tipo non patrimoniale:

• mi è stata data una multa. Ricorro e il mio ricorso viene bocciato, continuo con le proteste ma senza successo, dalla parte opposta si è stabilita una specie di omertà, soltanto dopo un anno di tribolazioni giudiziarie otterrò soddisfazione
• situazione analoga per effetto di una licenza o di un’approvazione o di un’autorizzazione amministrativa che mi è stata indebitamente negata
• caso di demansionamento o di mobbing nella pubblica amministrazione 
• concorso pubblico annullato per un difetto organizzativo (ad esempio alcuni commissari truffaldini) imputabile alla pubblica amministrazione
• cattiva organizzazione nell’ambito di una istituzione di custodia affidata alla pubblica amministrazione, ad esempio, un caso di intollerabile sovraffollamento carcerario.

In tutte queste situazioni, pur così diverse tra loro, è stato volta a volta riconosciuto dal giudice alla vittima (ecco il dato comune) il risarcimento del danno non patrimoniale: in particolare del danno esistenziale (scocciature, lungaggini, fastidi, complicazioni nella vita, eccetera) e del danno morale.

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