23/01/2024

Il danno morale ed esistenziale da seduzione con promessa (non adempiuta) di matrimonio - P.C.

La figura in questione ha ottenuto a lungo un certo credito presso la nostra giurisprudenza. Oggi ci si può chiedere se sia sempre così e, forse, per certe zone dell’Italia, la risposta sarebbe anche positiva.

In un paesino o in una cittadina che possiamo immaginare di piccole dimensioni, tendenzialmente nell’Italia meridionale, vive una fanciulla che possiamo chiamare Concettina, di 20 anni, illibata, che sogna il futuro matrimonio. Incontra un giorno un giovane bello e affascinante, Astolfo, impegnato negli studi universitari, e i due si innamorano. Dopo un po’ Astolfo chiede a Concettina una prova d’amore che suggelli la perfezione della loro passione amorosa. Concettina reagisce dicendo che la cosa piacerebbe anche a lei ma che non può farlo perché ha giurato a se stessa di non avere rapporti sessuali completi con uomini se non dopo il matrimonio. Astolfo dice che non può sposarla subito perché ha promesso al nonno di laurearsi prima delle nozze e promette, però, a Concettina, che appena dopo la laurea lui la sposerà. Concettina gli crede e la “traditio corporis” ha luogo; la cosa si ripete per un mese di fila.

A questo punto Astolfo scompare.

Concettina, la quale sa come la notizia della consumazione del loro rapporto sia circolata, purtroppo, ampiamente nel loro paese, lo cita allora in giudizio chiedendogli i danni derivanti dal fatto che la promessa di matrimonio non è stata adempiuta e che il suo destino di fanciulla disonorata si presenta a, questo punto, cupo e malinconico.

In passato è quasi sempre accaduto che i giudici riconoscessero fondata questa richiesta e risarcissero Concettina per un danno che, in larga misura, potremmo oggi definire danno esistenziale.

Ci si può chiedere se, oggigiorno, i giudici arriverebbero alla stessa conclusione.

https://drive.google.com/file/d/1hJbGb_cDqJCqPnt-PtLGkDHVbKYYgSKZ/view?usp=sharing




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