Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  30/05/2023

Abbandonarono figlio appena nato a Paceco, arrestati i genitori: hanno 16 e 19 anni

La stessa notte del parto i due avrebbero abbandonato il neonato nel campo agricolo. La fortuna volle che i proprietari del campo si accorgessero dei vagiti del bimbo, salvandolo da morte certa

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Arrestati dopo otto mesi i genitori del neonato abbandonato avvolto in una coperta in un terreno agricolo in contrada Sciarrotta a Paceco, un comune del Trapanese. Sono due ragazzini, lei di 16 anni e lui 19enne, che dopo aver nascosto la gravidanza a familiari ed amici hanno lucidamente organizzato l'abbandono del piccolo lo scorso ottobre. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della stazione di Paceco, la stessa notte del parto i due avrebbero abbandonato il neonato nel campo agricolo. La fortuna volle che i proprietari del campo si accorgessero dei vagiti del bimbo, salvandolo da morte certa.

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Per otto mesi i carabinieri hanno indagato per trovare i responsabili del tentato omicidio: i militari coordinati dalla procura diretta da Gabriele Paci, hanno visionato centinaia di ore di filmati dei sistemi di video sorveglianza della zona, sono stati ascoltati i residenti, rintracciati e interrogati tutti i proprietari dei veicoli transitati in quel tratto di Paceco. Parallelamente gli inquirenti hanno acquisito tutti gli accessi agli ospedali della zona, ai pronto soccorso, consultori provinciali, medici di base, guardie mediche.

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Gli investigatori hanno infine contattato i presidi delle scuole per avere l'elenco di tutte le ragazze in gravidanza avanzata in quel periodo e di quelle che nel periodo successivo all'abbandono non sono andate a scuola per diversi giorni. Tutti gli elementi utili sono stati incrociati fra loro in modo da stringere il cerchio ad una rosa di possibili responsabili. Fra queste una ragazza di 16 anni che per settimane non è più andata a scuola. Vive nel centro storico di Trapani e dalle attività tecniche è emerso che poteva essere lei la madre del piccolo. La conferma dell'ipotesi investigativa si è avuta poi dall'esame del Dna svolto dal Ris di Messina che ha dato esito positivo. Quello estratto dalla placenta e quello acquisito dai campioni biologici della giovane erano perfettamente sovrapponibili.

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Secondo i magistrati la coppia avrebbe agito "con piena consapevolezza di esporre il loro figlio non soltanto ad astratti ed eventuali pericoli conseguenti al suo stato di incapacità di difesa, bensì al rischio di una morte pressoché certa, evitata per fattori del tutto indipendenti dalla loro volontà". La minore è rinchiusa in un istituto penale per minorenni mentre il giovane è in carcere a Trapani.




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