Amministrazione di sostegno  -  Redazione P&D  -  04/12/2023

Amministratore di sostegno si intasca oltre 800 mila euro, avvocato arrestato

Nei confronti di MM è stato anche eseguito un sequestro preventivo di disponibilità finanziarie, beni immobili e altri beni per un importo, pari alla somma complessiva di cui l'indagato è accusato di essersi indebitamente appropriato in danno dei propri amministrati

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Già finito nei guai in quanto sospettato di aver sottratto denaro a Paolo Calissano, uno dei suoi assistiti, questa mattina, 4 dicembre 2023, la guardia di finanza ha arrestato l'avvocato MM. Il legale è finito agli arresti domiciliari.

Nominato amministratore di sostegno in diverse procedure instaurate presso il tribunale di Genova, M è sottoposto a indagini per i reati di peculato aggravato, in quanto accusato di essersi appropriato, nell'ambito di quattro distinte procedure di amministrazione di sostegno, di somme di denaro per complessivi 817.326,18 euro.

Inoltre è chiamato a rispondere di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale perché accusato di avere redatto mendaci relazioni periodiche di sintesi sull'andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate; di falsa perizia per errore determinato da inganno perché accusato di aver indotto in errore il consulente tecnico incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi di amministratore di sostegno affidatigli.

In particolare, le indagini condotte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Genova sono state originate da segnalazioni trasmesse dall'ufficio del giudice tutelare presso il tribunale di Genova in relazione a pratiche di amministrazione di sostegno affidate all'indagato, che indicavano: una serie di irregolarità nella gestione dei patrimoni degli amministrati (della cui anziana età o complessiva situazione di fragilità l'indagato è accusato di aver approfittato) e la mancata presentazione dei rendiconti.

All'esito di tali indagini si è accertato che l'indagato, in assenza di preventiva autorizzazione del giudice tutelare e approfittando del proprio ruolo e del rapporto fiduciario instaurato con le famiglie degli assistiti, ha posto in essere plurime operazioni di appropriazione ai danni degli amministrati, attraverso prelevamenti di denaro contante e bonifici disposti da conti bancari di questi ultimi in favore di propri conti personali.

Tali movimenti di denaro, spesso non rendicontati al giudice tutelare, venivano giustificati quali pagamenti di fatture (rivelatesi false) per compensi per assistenza legale o per altre prestazioni professionali di cui non è stata rinvenuta alcuna traccia.

Inoltre, è emerso che, al fine di occultare le indebite operazioni di prelevamento da lui operate sui conti degli assistiti, Matteo Minna ha formato relazioni periodiche di sintesi sull'andamento delle amministrazioni di sostegno a lui affidate ideologicamente false, omettendo nelle stesse di riferire su circostanze rilevanti ai fini del controllo sulla regolarità della gestione. 

Infine è emerso che in relazione a una pratica di amministrazione di sostegno per la quale il giudice tutelare di Genova aveva nominato un consulente tecnico incaricato di esaminare la gestione patrimoniale da lui condotta e la regolarità dei relativi rendiconti, l'indagato ha presentato al medesimo consulente fatture false (in taluni casi riproducenti numeri e date relative ad altre fatture emesse nei confronti di altri clienti, in altri casi accertate essere duplicazioni di fatture precedentemente emesse nei confronti dello stesso assistito) quale giustificazione dei trasferimenti di denaro indebitamente effettuati dal conto intestato all'amministrato a favore del proprio conto personale.

 

 




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