STOP ALLA PROPOSTA DI LEGGE FVG SUL FINE VITA, CAPPATO: «INVOCARE RESPONSABILITÀ DI ALTRI È SOLO UN MODO DI SOTTRARSI ALLE PROPRIE»

La reazione di Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni: «Ora vediamo in Liguria. Il panorama nazionale però è desolante»

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È stata «un’occasione mancata» per dare risposte a quei malati che «soffrono e desiderano di essere liberi» e per tutte quelle persone che dai tempi di Eluana Englaro «chiedono, trasversalmente, una legge sul fine vita». Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni, risponde al telefono pochi minuti dopo il voto in Terza commissione. Il no, dice, «non mi sorprende»: ma «la nostra battaglia non finisce qui».

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IL FVG BLOCCA LA LEGGE SUL FINE VITA: COSA SUCCEDE ORA?

«Anche se la nostra legge è stata fermata, domani ci sarà sempre una persona nelle condizioni di Anna che chiederà di porre fine alle proprie sofferenze. E avrà il diritto, riconosciuto, di farlo. Noi continueremo a lottare perché a questo corrispondano tempi e procedure certe».

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IN AULA IL CENTRODESTRA HA PIÙ VOLTE INSISTITO SUL QUESITO COSTITUZIONALE. ERA CORRETTO CHE FOSSE LA REGIONE, E NON IL PARLAMENTO, A LEGIFERARE SUL TEMA?

«Invocare responsabilità di altri è stato un modo per sottrarsi alle proprie responsabilità. Il diritto a morire c’è già: a che condizione una persona può essere aiutata al fine vita lo ha deciso la Consulta. La legge regionale voleva unicamente garantire il rispetto di queste regole. E questa è, senza ambiguità, competenza delle Regioni. Ma è stato preferito un “no” ideologico, senza proporre alternative».

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ANCORA SUL TAVOLO C’È IL DISCORSO DELLE CURE PALLIATIVE: MA È QUESTO CHE CHIEDONO I CITTADINI?

«Ma nei fatti la nostra legge favorisce le cure palliative. “Liberi subito” assicura alla persona sofferente di essere immediatamente visitata dalla commissione medica, che potrà o meno riflettere se rafforzare o modificare la terapia. Ai cittadini, a ogni modo, questo non basta, e non può bastare».

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A CHE PUNTO È LA DISCUSSIONE NELLE ALTRE REGIONI?

«La prossima in cui “Liberi subito” sarà esaminata è la Liguria, dove Toti si è espresso a favore. C’è una maggioranza aperta sul tema e meno divisa ANche in Veneto ».

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IN QUESTE SETTIMANE A ROMA SONO STATI DEPOSITATI TESTI DI DIVERSI SCHIERAMENTI: POSSIAMO PENSARE A UNA LEGGE NAZIONALE?

«Direi che il quadro è desolante. Da una parte Fi tenta di modificare e indebolire la legge sul testamento biologico. Dall’altra, il testo di Pd e M5s restringe il perimetro di quanto garantito dalla “Cappato-Antoniani”, richiedendo che il paziente sia affetto da una patologia che provochi sofferenze fisiche e anche psicologiche, e introducendo una forma di obiezione di coscienza su modello della legge sull’aborto».

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IL PRESIDENTE DELLA CONSULTA HA RECENTEMENTE RICHIAMATO IL PARLAMENTO PERCHÉ NORMI IL FINE VITA: PERCHÉ TANTA RETICENZA?

«Non il governo ma i capi di partito, tutti. Quelli di maggioranza ostili al tema e quelli di opposizione che preferiscono non se ne discuta. Entrambi temono i loro stessi elettori, che da anni chiedono una regolamentazione finanche dell’eutanasia».

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IL NO DEL FVG ARRIVA AL TERMINE DI UN ANNO IN CUI IL TEMA È STATO ATTUALISSIMO: RITIENE CHE LA VICENDA DI ANNA ABBIA CAMBIATO QUALCOSA, SE NON A LIVELLO POLITICO, TRA LE COSCIENZE INDIVIDUALI?

«È stato un caso pubblico che ha aiutato le persone a prendere consapevolezza che esiste questo diritto. Ma è stato, soprattutto, un precedente di cui si dovrà tenere conto. Anna ci dice che morire alle proprie condizioni e sostenute dal Ssn è possibile e che le Regioni devono solo decidere se intendono lasciare o meno il malato in balia delle proprie sofferenze».

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COSA RESTA, DI QUESTA VOSTRA BATTAGLIA?

«Resta il desiderio delle persone malate di smettere di soffrire. E il coraggio di chi continuerà a disobbedire pur di aiutarle a essere libere, subito ».