Ieri sera vengo avvisata che A. la mia amministrata, non si sentiva bene e sarebbe stata trasferita presso l’ospedale di Isernia, chiamo subito il pronto soccorso, avvisandola che la signora aveva un amministratore di sostegno e che qualunque cosa avrebbero dovuto avvisarmi, dopo circa un’ora ricevo la telefonata del dottore del PS, avvisandomi che la persona era già giunta in ospedale in stato comatoso ed era deceduta.
Rimango incredula, chiedo se per caso stesse scherzando, mi guardo intorno e mi sento smarrita, non si è mai pronti alla morte di un familiare, così come non si è mai pronti alla morte di una persona che faceva parte della tua vita seppure come amministrata.
Mi siedo e focalizzo il da farsi, avvisare la figlia, avvisare i familiari, avvisare la nipote…. Oddio… come avviso R., la sorella che ha sempre vissuto in simbiosi con A.… da sola non posso, stante anche le sue condizioni di salute, ma coinvolgo la rete familiare che avrebbe provveduto a riferirglielo di persona.
Mi ritornano in mente tutti i momenti che in questi anni hanno caratterizzato la nostra amicizia, io per lei ero tutto, ero il suo avvocato, il suo punto fermo, la persona con la quale discutere e la persona da abbracciare e a cui chiedere di venire a vivere insieme, si A. ultimamente, dopo che l’avevo rimproverata “in maniera bonaria” che non doveva mangiare troppi dolci perché era diabetica, mi aveva abbracciato dicendomi “sei la mia mamma, voglio venire a vivere con te” e io sorridendole le risposi “A. a casa siamo già in cinque, facciamo che aspettiamo qualche altro annetto, tanto qui nella struttura stai bene e poi Maria è sempre accudente con te”. M. è la responsabile della struttura che ha accolto Antonia dopo averla trasferita da altra struttura.
Dalla mia nomina di amministratore di sostegno non c’è stato attimo in cui A. abbia dubitato di me, non c’è stato attimo in cui non ho pensato a cosa la facesse stare bene.
Anche in questo momento il mio ruolo non è ancora terminato, lo sarà quando avrò garantito ad A.una degna sepoltura, perché il rispetto della persona e l’accudimento della stessa deve essere portata a compimento fino alla fine, ma dietro un ruolo c’è una persona che ricorderà per sempre gli attimi trascorsi insieme.