-  Cendon Paolo  -  18/06/2015

GRAZIE GIUDICI TUTELARI - Paolo CENDON

Mi scrive – leggete qui sotto - un giudice  di una città italiana, dov'ero di recente per un convegno. Non dico (non sono autorizzato)  di che città si tratta, né come si chiama.

Perché riporto le sue parole?

-          si parla bene dei giudici, cioè leggendo si capisce che tanti nostri giudici sono persone di serie A

-          non tutti magari, chissà, ma molti giudici tutelari sì di sicuro, tanti, vorrei anzi conoscerli, ed è importante  si sappia in giro, se ancora qualcuno non del mestiere aveva dei dubbi

-          cioè si comprende leggendo che tanti nostri magistrati hanno cuore, sapienza, pazienza, intelligenza, che fanno bene il loro lavoro, che non hanno perso sin qui la carica ideale, che hanno scoperto cammin facendo un mondo che conoscevano poco, prima, e che ci hanno messo per gestirlo, da allora in poi,  tutta la loro competenza e umanità

-          l"amministrazione di sostegno (andrà scritto nei libri di storia del diritto) hanno finito per plasmarla creativamente appunto tanti giudici, cancellieri, operatori, avvocati, assistenti sociali, altre categorie …

-          l"hanno rifinita comunque i giudici soprattutto, man mano, così come (aggiungo) l"AdS sta contribuendo inventare un nuovo tipo di giudice tutelare, vivo, inventivo, scrupoloso, non bigotto

-          il che non vuol dire che tutto vada sempre bene nei tribunali, ripeto, la stessa Cassazione fa ogni tanto sentenze discutibili, insicure, formaliste, meno avanzate di quanto occorrerebbe

-          grazie comunque ai magistrati nazionali,  voglio dire qui a nome dell"AdS (chissà se si può fare una cosa simile …), grazie Guido tu per primo che non ci sei più, per quanto hai fatto, grazie Francesco dalla tua Genova, grazie Eugenia, grazie Gloria, grazie Sergio battagliero, grazie Antonio, e poi Roberto, Alessandro, Eleonora, Giuseppe, Enrico, e tanti altri non eroi grandi e piccoli con la toga e con il "sentimento".

 A voi lettori di varia sorta che qui leggete,  chiederei di far girare queste mie righe di elogio/gratitudine,  lungo tutti i siti possibili e immaginabili, anche all"ONU, anche in Cina, anche a Hollywood e a Las Vegas: che la leggano ottocentosettanta milioni di persone, che si sappia come il made in Italy nel ramo giudici tutelari è  quasi sempre qualcosa di andare fieri, orgogliosi, in giro per il mondo.

 Aggiungerei però, per chi l"ha dimenticato: i giudici sono anch"essi esseri umani; possono avere momenti di scoraggiamento, di dubbio, come dimostra anche la mail qui sotto: cerchiamo di aiutarli allora, di parlare noi come facciamo il nostro lavoro, e di farlo davvero magari, di incoraggiarli sempre, di ringraziarli, di criticarli quando occorre perché operino ancora meglio. Cerchiamo soprattutto di fare decollare al più preso, a livello nazionale e poi città per città, l"Ufficio/sportello territoriale per l"AdS, senza il quale ogni discorso è difficile, peregrino !!!

 L"ho ripetuta anche in quel convegno di giugno, la storiella che racconto sempre. G.B.Shaw diceva: "Sono vegetariano e mi rallegro al pensiero che quando morirò accompagneranno il mio feretro al cimitero tutti gli animali che in vita mia non ho mangiato" . Anche tanti nostri magistrati, allora, possono dire oggi: "Di mestiere ho fatto il giudice tutelare e (facendo gli scongiuri per il cimitero) mi rallegro al pensiero di tutti gli esseri umani che in vita mia ho protetto senza interdirli e senza bistrattarli".

 

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 Buon giorno prof. Cendon!.

Ho lasciato passare un pò di tempo prima di manifestarle la gratitudine di tutto il tribunale di … per la sua generosa partecipazione all'incontro del  … giugno.

Avevo necessità, per così dire, di metabolizzare la ricchezza di quella bella giornata e capire cosa, più di ogni altra, mi aveva colpita.

Credo ora di essere in grado di fare una valutazione: il significato profondo è stato quello di aver dato una iniezione di fiducia e di incoraggiamento a quanti- parlo in particolare per i giudici- sono a contatto quotidiano con la sofferenza di ogni tipo. Ogni tanto si è presi dallo sconforto di fronte a situazioni complesse, dove la fragilità, che non riguarda sovente solo il singolo ma il nucleo familiare, si manifesta in tutti i suoi aspetti ed è talmente grave da scoraggiare anche il soggetto più determinato.

Ecco, la giornata del … giugno è servita, dal mio punto di vista, a gratificare questo lavoro quotidiano e dare il segno che l'impegno può servire a qualcosa.

Spero che occasioni del genere possano essere ripetute.

Saluti cari. 




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