Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  25/02/2024

Maria Assunta Piccinni - La portata del convegno di Trieste del 1986

Il Convegno di Trieste ha avuto una portata storica. È probabilmente la prima volta che la comunità dei privatisti e quella degli psichiatri entrano in un così proficuo dialogo.

  Alcune riflessioni/idee allora un po’ balzane, che sono seminate lì, nel 1986, riguardano, ad esempio, la necessità di: riconsiderare il rapporto tra malattia di mente e le diverse forme di incapacità di agire nel mondo del diritto; porre al centro della disciplina i diritti fondamentali della persona; ripensare in positivo alla partecipazione all’attività giuridica da parte della persona con malattia mentale; ripensare al ruolo della persona nel mondo del lavoro e nella famiglia; riflettere sulle conseguenze risarcitorie della dimensione psichica del danno alla salute e sul tema della responsabilità civile della persona con infermità mentale, incluse le responsabilità di chi in diversi modi ne ha la cura; ripensare al rapporto tra istituti giuridici e servizi anche sul piano della facilitazione della vita quotidiana delle persone; ripensare al ruolo che i mass media possono avere rispetto all’evoluzione del dibattito pubblico e della percezione del posto che spetta nella società alle persone con infermità mentale; considerare criticamente il tema dei trattamenti involontari, inseriti nel contesto in cui si collocano (con un prima, un durante e un dopo in cui diritti, doveri, responsabilità incidono sulla vita, oltre che sulla salute, delle persone). E l’elenco potrebbe continuare o dettagliarsi a lungo

 




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