Sono il tuo cavaliere.
Con uno stelo arricchito di spine
attendo. Nelle foschie del mio essere
che si scontrano e si fondono, talvolta,
con le ombre delle tue verità.
Sono il tuo cavaliere. Forse.
E una rosa rossa viene tinta
dalla oscura stanza ferma nelle notti,
ove sotterriamo i relitti vischiosi
delle nostre effusioni senza giaciglio e senza realtà.
Uno strano naturale ardore
ogni tanto, senza il consiglio del tempo,
reca sospiri sui petali in cima allo stelo pungente.
E cadendo per terra, la rosa, tra l"abbracciarsi
dei nostri nudi piedi s"una polvere di certezze
riprende luce, lontana dalle tenebre spinose
segnanti i volti nostri e i nostri giorni insieme.
Da cavaliere bendato gusto i patemi d"un istinto.
Accarezzo la guancia oscura e cinerea della luna,
ove di sovente, misero, dimoro.
E nelle segrete rovine del soffio selenico,
coatto, il mio spirito, annebbia la sua fortezza
alle lusinghe dell"impossibile. Finché
ruvido e scivoloso, nudo, mi ritrovo ebbro di carne
a riempire i vuoti di un pezzo d"universo in calore.
Ma nulla può l"essere, incatenato,
all"ombra delle passioni.
E allor soave soggiunge una voce, come una pulsione di luce,
che respiro.
Immergo, o mio Dio, nel Tuo fuoco i miei occhi;
e cullo la mia ombra al Tuo vento.
E nulla ha più senso,
nella crepuscolare rarefazione del mio istinto, se non Te.
(scritta Lunedì 8 giugno 2015-Sabato 25 luglio 2015)
Luigi Trisolino
poesia selezionata con menzione speciale alla XI Edizione del Premio letterario internazionale "Il Pozzo e l"Arancio" – anno 2015