I fatti omissivi, quelli spiccioli, ‘’ruspanti’’, consistenti nel non essersi l’amministrando attivato quando un’iniziativa sarebbe stata indispensabile, o almeno propizia, hanno valore quasi sempre - in giudizio - ben più di quelli commissivi: prescrizioni o decadenze lasciate cadere, mettiamo, oppure figli piccoli senza libri o senza scarpe, convocazioni in tribunale che vengano disertate, col rischio di condanne evitabili, il cane e il gatto di casa che non mangiano, fiori non innaffiati, centimetri di polvere sui libri, momenti di rassegnazione sul piano igienico, sanitario.
Certo è un male quando chi è ai margini, a rischio, attui una donazione esagerata, che proprio non dovrebbe; o acquisti un quadro pagandolo dieci volte il suo valore: o venda un prezioso mobile di casa per quattro soldi.
Peggio ancora però – va osservato - se l’interessato non paga le bollette, come stile di vita, se non si cura dei debiti, e nemmeno dei suoi crediti, se non aggiusta per tempo una finestra o una ringhiera pericolante; ancor più fosco il quadro ove egli getti via le raccomandate, coi moduli di versamento, se dimentichi di prendere gli antibiotici o il cortisone, regolarmente, se non faccia aggiustare i freni guasti o non cambi le gomme consumate dell’automobile.