Ambiente, Beni culturali  -  Nicola Enrichens  -  25/10/2022

Pesca scientifica da riva e a bolentino nel Ponente Ligure: un censimento per la pesca sportiva

1.  Campo di ricerca; 2. Esiti; 3. Conclusioni.

Abstract

In questo contributo si intendono riportare gli esiti di un censimento condotto in tema di pesca sul litorale di Alassio e Laigueglia, in provincia di Savona, con l’intenzione di suggerire ai pescatori sportivi luoghi in cui praticare lo sport della pesa in maniera sostenibile e rispettosa dell’ambiente.

In this paper we intend to report the results of a short census conducted in the fishing point on the coast of Alassio and Laigueglia, in the province of Savona, with the intention of suggesting to fishermen places in which to practice the sport of weighing in a sustainable and respectful way of the environment issues.

1. Campo di ricerca

In questo contributo si riporta il contenuto di una ricerca avente per oggetto la pesca sportiva dei  pesci presenti dalla riva sino ai primi cespugli che si trovano a circa 200 mt dalla battigia demaniale (basement) che si snoda tra Alassio e Laigueglia (SV)1.

Il tema è importante, non tanto per  il moderato campione del censimento, quanto piuttosto per il fatto che attorno alla pesca sportiva affiorano anche elementi giuridici dal punto di vista dell’ambiente e della sostenibilità.

Si pensi, ad esempio, che le norme di attuazione della direttiva Habitat 92/43/CEE2 limitano  l’immissione di specie ittiche non considerate autoctone: ciò rappresenta un problema anche per il mar Ligure, in quanto è evidente che i pesci non vivono in complessi residenziali e, anzi, sono soliti migrare a seconda del nutrimento che trovano, ragion per cui è quasi impossibile considerare l’esistenza di specie non autòctone3.

Si pensi, ancora, alle norme contenute nel TFUE (Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea agli artt. 38 – 43), che, seppur su di un piano più economico, attuano la c.d. “politica comune dell’agricoltura e della pesca”, alla luce di un mercato comune che, non sempre, è attuato nel rispetto della sostenibilità4.

Si pensi, infine, che sul piano civilistico, applicando i principi generali, la pesca in questione richiama l’acquisto della proprietà dei pesci a titolo originario per occupazione, purché ciò avvenga nel rispetto della normativa vigente (TFUE, 117 Cost. e leggi regionali nazionali) .

Ad ogni modo, di seguito si riporta una tabella di alcuni pesci da sempre presenti nel Mar Ligure sino a metri 200 dal litorale:

Pesci mattinieri

Pesci del giorno

Pesci notturni

1.Dentice

7.Tracina

17.Mormora

2.Sorallo

8.Rombo

18.Signorina (piccolo grongo)

3.Buga

9.Pesce pettine

19.Grongo

4.Pàgaro

10.Donzella

20.Cefalo (onnipresente)

5.Aguglia

11.Tordo

21.Occhiata

6.Ciùccola

12.Sparàglio

22.Sarago (con mare mosso)

13.Occhiata

23.Orata

14.Castagnola

24.Branzino

15.Mennola

16.Pàgaro

                   

I pesci riportati in tabella prediligono il fondale sabbioso5 e si nutrono di piccoli pesci, di scavène e di micro - organismi: per costoro, la pesca da riva o a bolentino6 è facilitata proprio in ragione del fondale che si estende dalla battigia ai “primi cespugli7”. Non si possono dunque considerare nel presente contributo anche le specie marine da scoglio – come le triglie, le salpe e l’aguglia, allorquando ivi staziona per cercare nutrimento8 – .

2. Esiti del censimento

Per l’esercizio della pesca da riva e della pesca a bolentino è consentito l’utilizzo di una canna da pesca di lunghezza superiore a 3mt; d’altra parte, per la pesca a bolentino, si possono utilizzare imbarcazioni non superiori ai 5mt, eventualmente supportate da motori da 4 a 9,5 cavalli9, nel caso si volesse provare anche con la tecnica di pesca “alla traina”. Più sostenibile è l’affitto di un pedalò, che consente anch’esso di pescare “a bolentino”, anche se occorre maggior cautela negli spostamenti10.

Sul piano giuridico, il D.lgs.19 gennaio 2012, n.4, lett. b)., fa espresso divieto di  danneggiare le risorse biologiche delle acque marine con l'uso di materie esplodenti, dell'energia elettrica o di sostanze tossiche atte ad intorpidire, stordire o uccidere i pesci e gli altri organismi acquatici;

Ad ogni modo, per quanto riguarda la pesca da riva, e, sostanzialmente, anche quella a bolentino, le ore consigliate sono quelle serali e le prime ore notturne (occorre dotarsi di forbici e torcia elettrica11).

Non conviene esercitare la pesca da riva prima delle ore 22,00 perché si rischia di incrociare una tràcina che, seppur di modeste dimensioni, costringe il pescatore al taglio del filo con conseguente perdita dell’amo.

In merito al peso, si può arrivare ad un massimo di 500g per l’orata, per la mormora e per il branzino/spigola, mentre per l’occhiata ed il sarago il peso diminuisce (max 3/400g).

Quanto alla “pesca su imbarcazione leggera” nella presente ricerca ci siamo spinti sino a 200mt da riva, coprendo la zona nota come “primi cespugli”.

Pescando a fondo su questa zona, si incontrano nuove specie ittiche differenti rispetto alle precedenti, ma sicuramente meno pregiate, eccezion fatta per il pàgaro/pagello che, comunque, non è un pesce da cespuglio, anche se suole girarvisi intorno per ricercare nutrimento.

Ad esempio, troviamo il tordo – pesce marrone striato con una vescica natatoria molto sviluppata -, la donzella – pesce variopinto -, la castagnola, la mènnola e, di recente, anche il pesce pettine che, sino a dieci anni fa, prediligeva fondali interamente sabbiosi e non ricoperti da alghe (c.d. cespugli).

Andando verso riva, è invece più facile incontrare il rombo, l'occhiata e, naturalmente, la tracina. Per tutti questi pesci non si superano i 2/300g di peso.

Viceversa, quando il mare lo consente, al mattino di buon ora si possono catturare dentici superiori ai 500g e pàgari di 3/400 g.

La situazione muta se si pesca in queste zone di notte, ove regnano quasi indisturbati i gronghi e le mormore.

3. Conclusioni

In conclusione, la pesca scientifica è consentita nel litorale del Ponente Ligure, nel rispetto della biodiversità e della sostenibilità ambientale. In altre parole, la preservazione della fauna marina è sostenibile mediante tale tipologia di pesca sportiva:anche la pesca mediante la “rete tremaglio” tutela i piccoli pesci, in quanto possono attraversare il reticolato senza ivi rimanervi catturati.

Più problematica è la questione della pesca a strascico intensiva, c.d. pesca da reddito, che però è poco praticata nella zona di ricerca sovra esposta ed è invece più praticata nel Mar Tirreno, con particolare riguardo al mare che bagna l’Isola d’Elba e lo Scoglio di Montecristo.

Cenni bibliografici:

1) F. Valvassura, Pesca da riva, editoriali Olimpia, Firenze, 2008;

2) P.L Morelli, Lezioni di pesca sportiva in mare, Mursia, Milano, 2014;

3) I. TANI, L'adattamento del diritto italiano agli obblighi sanzionatori in materia di pesca illegale: un'analisi della prassi recente, Rivista giuridica dell’ambiente 2020, 557 – 600;

4) S. CHERICI Storie di pescatori che osservano il clima (e il mare) che cambia, Altreconomia, 2021 p. 48 – 50.

In allegato l'articolo integrale con note


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