Deboli, svantaggiati  -  Redazione P&D  -  10/03/2024

Quali sono "I diritti dei bambini"? - Matilde Gianmarco

Meglio parlare, forse, diritti della “persona di età minore”: come insieme in cui ricomprendere ogni altra perimetrazione, relativa ai diritti di tutti i bambini, indistintamente intesi ed assunti.

  Cornice la più ampia possibile, alla quale fare riferimento in tutte le sue declinazioni; e che trova la sua accezione più solida nell’impianto Costituzionale, già nelle disposizioni generali che riguardano la totalità dei cittadini.

  L’art 2 Cost.,  per cominciare, sui diritti inviolabili dell’uomo; l’art. 3 Cost., sull’uguaglianza formale e sostanziale tra i cittadini e in  tutte le prescrizioni che riguardano la salvaguardia  e l’inviolabilità dei diritti di libertà;   più nello specifico, l’art. 30 Cost.,  sul diritto dei figli ad essere educati, mantenuti ed istruiti;  l’art 31 Cost.,  per il quale la Repubblica protegge la maternità, l’infanzia e l’adolescenza; e ancora gli artt. 33 e 34 Cost.,  sulla tutela all’istruzione, e l’art. 37 Cost., in tema di tutela del lavoro esteso anche a quello minorile.

  A ciò si aggiunge il lungo lavoro svolto dal legislatore ordinario: a partire dalla riforma del diritto di famiglia, alla legge sull’affidamento e l’adozione, sino a quella sull’affido condiviso e sulla equiparazione dei figli nati fuori dal matrimonio, alla regolamentazione dei maltrattamenti in famiglia.

   Legislazione che di volta in volta ha cercato - pur nella sua frammentarietà - di focalizzare e dare risposta a quegli aspetti dinamici che caratterizzano la categoria dei diritti dei minori e della famiglia; favorendo   la ricerca di regole vicine alle singole fattispecie e contrassegnate, forse per questo, dal limite di assurgere, il più delle volte, ad interventi di tipo riparativo e difensivo, in ordine a presunte lesioni dello stesso assetto ordinamentale.

  Per questo motivo interventi frantumati, piuttosto che propositivi/dinamico, rispetto a valori e dinamiche condivise; ancorché non ancora pienamente acquisite in ambito sociale.

  Il superamento di tale schema, particellare e monodimensionale, impone ora di trasferire l’analisi e la soluzione dei problemi in un quadro organico.

 Va preso in considerazione qualsiasi aspetto della vita del minore, in relazione a ogni contesto da lui frequentato, a tutti gli spazi che interessano. Ciò   non solo al momento della crisi di famiglia e/o al verificarsi di un evento negativo e/o distruttivo, ma anche nel vivere corrente, quotidiano; in un’ottica funzionale, propositiva, tesa a cercare la migliore risposta alle esigenze di vita di una creatura di età minore, quali che esse siano.

 




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