Alcuni anni fa ho letto un libro dell’economiste Jacques Attali ( Sopravvivere alla crisi. Sette lezioni di vita, Fazi Editore, Roma, 2010) in cui ho ritrovato il come e il perché di una vita all’insegna della resistenza. Ecco i sette principi che, secondo l’autore, andrebbero applicati nell’ordine.
- Rispetto di sé: vivere e non soltanto sopravvivere. Rispettarsi e dunque cercare la propria ragione di vivere, imporsi un desiderio d’eccellenza in relazione al proprio corpo, alla propria conservazione, al proprio aspetto, alla realizzazione delle proprie aspirazioni.
- Intensità: proiettarsi sul lungo periodo; formarsi una visione di sé, per sé, da qui a vent’anni, da reinventare incessantemente; saper scegliere di compiere un sacrificio immediato se può rivelarsi benefico sulla lunga distanza.
- Empatia: mettersi al posto degli altri, avversari o potenziali alleati; comprendere le loro culture, i loro modi di ragionare, le loro motivazioni; essere amabili con gli altri, accoglierli per stringere con loro alleanze durature; essere in particolare capaci di ammettere che un avversario può avere ragione senza provare vergogna o rabbia per questo.
- Resilienza: una volta identificate le minacce, diverse per ogni tipo di crisi, occorre prepararsi a resistere mentalmente, moralmente, fisicamente, materialmente, finanziariamente se una di esse dovesse concretizzarsi.
- Creatività: se gli attacchi persistono e diventano strutturali, se la crisi si radicalizza o si iscrive in una tendenza irreversibile, bisogna imparare a trasformarli in opportunità. Ciò esige un pensiero positivo, il rifiuto della rassegnazione, un coraggio e una creatività pratica.
- Ubiquità: se gli attacchi continuano, sempre più destabilizzanti, e non è possibile nessun loro impiego positivo, bisogna prepararsi a cambiare radicalmente, a imitare il migliore di quelli che sanno resistere, a rimodellare la rappresentazione di sé per poter passare nel campo dei vincitori senza perdere il rispetto di se stessi.
- Il pensiero rivoluzionario: occorre essere pronti, in una congiuntura estrema, in situazione di legittima difesa, a osare il tutto per tutto, a forzare se stessi, ad agire contro il mondo violando le regole del gioco, pur persistendo nel rispetto di sé.