Cendon scrisse sofferte quasi invero baritonali parole a proposito di Ina.
Mai, nonostante le mie varie impertinenti domande (volevo capire bene la/e storie, la poetica anzitutto, e in cauda il dramma), ebbe a sbottonarsi.
Di Ina, dunque, molto poco mi è dato sapere. A parte quanto dall’A. detto, e non detto.
Di una certa qual morale, pura e pratica, sintetica, mi sono comunque sia arricchito, pur impreparato io lettore (mi è bastato leggere).
Pochi giorni addietro mi è capitato di dar una scorsa a tal Castello, peritatasi la qual di dir la sua, su Storie di Ina, di Cendon.
Due sole le mie critiche, se posso, a la critica (di Castello, su Cendon)
Uno. Tecnica/stile dell’esposizione, narrazione. In letteratura, da Cendon, moderno, si impari. Il classicista, l’antico anzi, volga contra se la bacchetta
Due. Conformista Ina??! Anticonformismo: rispetto a che, quale, conformismo?
Ecco perché, intelligenti pauca, quando un dato film è premiato pluripremiato dalla critica, è spesse volte una ciofeca, solitamente una pizza