-  Gribaudi Maria Nefeli  -  19/11/2012

SHOPPING COMPULSIVO: SI' ALL'ADS - Trib.Varese, 3.10.2012 - Maria Nefeli GRIBAUDI

Molteplici sono i campi applicativi dell"amministrazione di sostegno, svariate le situazioni in cui è in grado di intervenire, numerose le incapacità che è in grado di colmare, le inettitudini e le debolezze che può sostenere: complici il suo carattere flessibile e la sua procedura, informale.

Molteplici sono i suoi campi applicativi così come molteplici sono le debolezze che ci caratterizzano e che diversamente si manifestano con mille sfaccettature e diversa intensità, a secondo di chi le prova, di quando e perché le prova.

Un istituto che si propone una finalità protettiva che, per una volta, prescinde dagli aspetti economici, ma che è principalmente rivolta alla persona, che, grazie agli sforzi corali della dottrina e della giurisprudenza, si è fatta strada tra le maglie del diritto.

Un istituto gentile che sa entrare in punta di piedi nella vita del beneficiario, intervenendo, se necessario, in funzione meramente assistenziale.

Un istituto che non obbliga, ma persuade.

Un istituto che tiene lontano etichette pericolose e stigmatizzanti.

Questa straordinaria flessibilità permette all"amministrazione di sostegno di fare il suo ingresso anche in quelle attività amene che pur tuttavia sanno essere pericolose se svolte imprudentemente, senza limiti, freni o misure, cercando in esse un"effimera fuga dai propri disagi interiori: il gioco, lo shopping, ad esempio, ma penso a qualunque attività che, benché ludica e di svago, può rivelarsi pericolosa e dannosa per chi la compie, mostrandosi foriera di debolezze ed incapacità parimenti degne e bisognose di sostegno, che, altrimenti, sarebbero lasciate sole.

Entro tale contesto si inscrive il recente decreto del Tribunale di Varese che per la prima volta applica l"amministrazione di sostegno ad una persona affetta da shopping compulsivo, sproporzionato, privo di necessità ma soprattutto di limiti, dagli effetti dirompenti sul beneficiario tanto da condizionarne la vita e le scelte, portandolo a rassegnare le dimissioni al solo scopo di impegnare il TFR in qualche futile acquisto, tanto da devastarne le finanze e da incrementarne i debiti.

Ma, ironia vuole, proprio come uno di quei bei vestiti confezionati su misura che stringe solo là dove deve, l"amministrazione di sostegno, docile e gentile di carattere, si rivela capace di offrire il suo apporto, coprendo delicatamente quella grave debolezza che altrimenti sarebbe lasciata nuda e libera di spiegare i propri danni.

Così il decreto di nomina dell"amministratore di sostegno, dispone un programma di recupero, proporzionato, tempestivo e coerente con le condizioni della persona, un percorso sinergico e collaborativo, volto a ristabilire un sano equilibrio tra il beneficiario ed il denaro, il suo valore ed il suo consumo.

 

 




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