Amministrazione di sostegno  -  Redazione P&D  -  06/12/2022

Viva l’Amministrazione di sostegno, ovvero che l’amministrazione di sostegno viva! - Francesca Succu

A quasi vent’anni dall’approvazione della legge sull’Amministrazione di sostegno (AdS) si può affermare che la stessa si è manifestata una preziosa risorsa per la protezione e tutela delle persone fragili e per il miglioramento della loro salute e delle prospettive di vita.

Il più importante e significativo risultato della legge istitutiva dell’AdS è stato quello di liberare progressivamente le persone carenti di autonomia e l’intera società, dalle catene dell’interdizione, storicamente fondata sulla negazione dei diritti di partecipare alla vita giuridica, e dunque sociale, a coloro che per infermità /disabilità/ prodigalità o altre carenze non erano in grado di tutelare i propri interessi nella vita quotidiana.

I risultati positivi ottenuti dalla legge 6/2004 in tutti questi anni di applicazione, anche se con modalità eterogenea nei diversi tribunali, sono suffragati anche dal progressivo aumento delle richieste - degli interventi di aiuto - da parte di una sempre più numerosa platea di beneficiari, non solo persone anziane o con disabilità, disturbi di salute mentale o dipendenze, ma anche per altre fragilità non necessariamente definite dai sistemi ufficiali di classificazione delle malattie.

La pandemia e la guerra ai confini dell’Europa, hanno comportato un ulteriore indebolimento del sistema sociale ed economico, accrescendo le disuguaglianze tra la popolazione e il rischio generale di insicurezza nella vita di molte persone, e in particolare di quelle più fragili, che, senza appropriati ed efficaci interventi di sostegno, sono destinate a soccombere.

Per molte di queste persone la nomina di un Amministratore di Sostegno è stata provvidenziale per la cura e per la gestione strumentale del patrimonio finalizzata al loro esclusivo benessere.

Nei quindici anni di attività dell’ Associazione “Amministrazione di Sostegno”, attraverso la gestione degli sportelli di informazione e consulenza e attraverso i percorsi di formazione sempre più richiesti e partecipati, possiamo testimoniare che gli interventi di sostegno svolti dagli AdS in grandissima parte sono stati determinanti per il miglioramento effettivo della qualità di vita delle persone beneficiarie, considerate sempre protagoniste del complesso sistema di protezione.

Le amministrazioni di sostegno migliori sono quelle in cui, attorno alla persona beneficiaria, tutti i soggetti coinvolti (AdS, G.T., familiari, contesto sociale e servizi) operano in modo coordinato e collaborativo concorrendo ciascuno secondo i propri compiti e responsabilità, senza rivalità o interesse privato, a dare risposte efficaci ai bisogni, aspettative, desideri e aspirazioni della persona da proteggere, nel pieno rispetto dei sua dignità e al massimo delle capacità di agire i propri diritti.

Molti beneficiari, attivamente coinvolti attraverso la misura dell’AdS, hanno preso in mano la loro vita un po' smagliata e ricostruito, adeguatamente sostenuti, percorsi positivi di autonomia e vita indipendente anche in situazioni di grave disabilità e carenza di autonomia.

Rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno realizzarsi delle capacità ed aspirazioni della persona è la finalità che la legge ha consentito alla gran parte dei beneficiari di raggiungere. Non si può negare che questo obiettivo non è sempre facile da realizzare e che in molti casi la cura della persona è stata meno coltivata rispetto alla cura del patrimonio.

C’è un altro aspetto, di carattere generale, che non può essere trascurato. Il nuovo linguaggio normativo, le nuove finalità introdotte dalla l. n. 6/2004 e, di conseguenza, l’istituto stesso dall’AdS ha costretto ad un nuovo modus operandi gli uffici giudiziari, i servizi coinvolti nella cura delle persone fragili e gli stessi soggetti incaricati dell’ufficio di AdS. La legge ha cioè avuto il merito di aver creato le premesse per un ampio mutamento nella percezione diffusa dei diritti della persona fragile. È innovato, in particolare, il linguaggio avvertito come veicolo strategico per l’affermazione della cultura della solidarietà orientata ad assicurare,

alle persone fragili, risposte appropriate e sollecite ai bisogni emergenti e condizioni di permanenza, inclusiva, nella rete delle relazioni sociali.

Il rinnovamento linguistico e le promesse normative però non bastano a realizzare i diritti delle persone. Inoltre, ogni conquista è fragile e c’è sempre il rischio di scivolare rovinosamente indietro. Anche il fatto che sempre più spesso singole vicende, di abusi, reali o presunti, finiscano sotto i riflettori altro non è che un indice dell’emersione di problemi che una volta forse restavano sommersi, oltre che, certamente, della complessità insita nella gestione giuridica (e sociale) di problemi così inerenti al nucleo della persona.

Non è la legge che è sbagliata; sono invece applicazioni disinvolte o, peggio, guidate dalla mira di “interessi” impropri contribuiscono a connotare negativamente l’intero istituto dellA.d.S.

La crescente tendenza espansiva dell’istituto A.d.S., in atto, vale a certificarne il riconoscimento di strumento idoneo a risolvere positivamente situazioni di criticità soggettive delle persone fragili e a promuovere la qualità della vita delle relative famiglie.

La fiducia che l’AdS riscuote è riposta nel fatto che la persona fragile è posta al centro di processi di cura non tanto e, non solo, rivolti a singole criticità risolvibili con lerogazione di semplici prestazioni ma come progetto integrato “ su misura” per la promozione globale della persona considerata nella sua dimensione esistenziale, ove trova piena espressione il riconoscimento di personali desideri, aspirazioni, aspettative e bisogni che altro non sono che la esplicitazione dei diritti garantiti dalla legge.

Non può essere, quindi, lo scetticismo di pochi a guidare la valutazione dell’intero istituto dell’AdS a fronte di singoli, circoscritti insuccessi, né il rumore mediatico creato ad arte per presunte prassi infelici può gettare un’ombra di discredito sulla valenza positiva delle esperienze in atto. Per contro, il monitoraggio costante sulle forme di gestione e la rilevazione di esiti di specifiche prassi applicative rappresentano il “laboratorio” appropriato per l’individuazione di nuovi e più efficienti modelli di gestione del sostegno.

La recente introduzione degli Uffici di Prossimità esprime la volontà di conferire la migliore strutturazione organizzativa all’A.d.S, ed è segno dell’orientamento a superare la concezione della stessa come fatto circoscritto a vicende private di singoli e di famiglie, nella prospettiva di un intenzionale e dinamico coinvolgimento dell’intero sistema dei servizi .

Associazione Amministrazione di sostegno1


L’Associazione Amministrazione di Sostegno, sede via G.Gradenigo Padova, è stata costituita nel 2008 [per dare continuità all’attività istituzionale svolta dall’Osservatorio regionale per la disabilità nel Veneto]. L’Associazione ha adottato negli anni precise linee strategiche per l’affermazione della amministrazione di sostegno negli aspetti pratico- operativi e nella dimensione culturale, quali la conduzione di specifici percorsi formativi rivolti principalmente agli aspiranti amministratori di sostegno e alle loro famiglie; la gestione di sportelli per l’informazione, la consulenza e l’accompagnamento delle persone interessate a fruire dell’amministrazione di sostegno; la promozione di eventi speciali (convegni, seminari, conferenze...) rivolti ad amministratori, operatori sociosanitari e tecnici di aziende che a vario titolo possono incontrare persone in amministrazione di sostengo. I tratti essenziali della multiforme esperienza della associazione sono esposti in un breve articolo comparso su “La Nuova Giurisprudenza civile, commentata” 3/21, che si allega. L’Associazione sta cercando di portare il suo contributo anche rispetto alla più recente introduzione degli Uffici di Prossimità per fare in modo che non si tratti di meri uffici periferici, ma che possano essere strumento per superare la concezione dell’AdS come fatto circoscritto a vicende private di singoli e di famiglie, nella prospettiva di un intenzionale e dinamico coinvolgimento del sistema dei servizi alla persona. La recente introduzione degli Uffici di Prossimità esprime la volontà di conferire la migliore strutturazione organizzativa all’A.d.S, ed è segno dell’orientamento a superare la concezione della stessa come fatto circoscritto a vicende private di singoli e di famiglie, nella prospettiva di un intenzionale e dinamico coinvolgimento del sistema dei servizi .




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