Fragilita, storie, diritti  -  Redazione P&D  -  23/11/2016

Amministrazione di Sostegno e Trattamento Sanitario Obbligatorio, una morte assurda riapre la questione - Alessio Pellegrini

 

La recente condanna per la morte di Franco Mastrogiovanni, ricoverato in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio riapre un problema mai chiuso del tutto.

Per ricordare brevemente i tragici eventi basta dire che la mattina del 4 agosto 2009, Franco Mastrogiovanni, Maestro alle scuole elementari è stato dichiarato morto.

La sua morte è avvenuta dopo 90 ore in cui è stato legato mani e piedi in regime di Trattamento Sanitario obbligatorio in un reparto ospedaliero.

In queste 90 ore a parte una flebo per reidratarlo e un pasto iniziale non sono stati somministrati altro che farmaci sedativi: sedazione a quanto pare inopportuna in quanto Mastrogiovanni non aveva manifestato aggressività prima del ricovero.

È stato legato mani e piedi al letto impedendogli di fatto qualsiasi movimento e il personale sanitario praticamente lo ha lasciato così, insensibile alle sue richieste di acqua e cibo alle sue richieste di aiuto.

Quello che più stupisce è che in tutto questo periodo di ricovero ospedaliero è stato impedito a chiunque di fargli visita e quindi familiari ed amici non hanno potuto incontrarlo ed hanno saputo la tragica notizia della sua morte solamente alla fine del lungo periodo di agonia del loro caro.

Il 4 agosto Franco Mastrogiovanni viene dichiarato clinicamente morto, le telecamere del reparto hanno impietosamente ripreso ogni istante permettendo alla giustizia di far luce ed individuare responsabilità e omissioni di cure ed assistenza.

 

Questo fatto che nella sua durezza pare appartenere ai secoli scorsi ha visto condannati i medici e gli infermieri per le procedure adottate e per sequestro di persona.

Tutto ciò solleva una questione di tutela delle persone ricoverate, e non solo a livello normativo ma anche nelle pratiche delle singole regioni o delle singole aziende sanitarie.

Come tutelare adeguatamente una persona durante una crisi psichica che preveda un ricovero coatto? Che ruolo dare alla contenzione fisica? Alcune regioni ed alcune Azienda Sanitarie hanno risolto il problema non facendone più uso ma come si può osservare nei fatti di cronaca in molte zone d"Italia pare essere una pratica tutt"ora attuale.

Questa tutela passa sia attraverso il campo sanitario sia attraverso il campo psichico ma forse dovrebbe avere delle maggiori risonanze nel campo giuridico.

In campo sanitario ci sono protocolli e accordi che ogni azienda sanitaria può stipulare, una serie di interventi contro la contenzione si può ritrovare in

http://www.news-forumsalutementale.it/tag/contenzione/

Il problema però potrebbe sussistere se come nel caso di Franco Mastrogiovanni, qualcosa all"interno della macchina sanitaria non funzionasse come dovrebbe.

 

Come fare dunque per offrire un miglior percorso al malato, anche se in regime di Trattamento Sanitario Obbligatorio?

Il partito Radicale avanza una proposta richiedendo la nomina di un tutore legale durante i regimi di ricovero coatti.

Una tale figura, quale potrebbe essere per esempio un Amministratore di Sostegno, fungerebbe forse da ulteriore intermediatore con un punto di vista diverso dal punto di vista meramente sanitario e potrebbe garantire la difesa della salute del malato sopra ogni altra cosa, inoltre gli dovrebbe essere garantito l"accesso al reparto in qualsiasi momento, oltre che l"accesso alle informazioni sanitarie e dei trattamenti in atto.

L"esperienza di molti tribunali e di molte regioni insegna che l"Amministratore di Sostegno alle volte può essere un valido strumento per arrivare ad un difficile dialogo con un paziente. Proprio perché incarna un punto di vista diverso da quello prettamente sanitario può essere un valido supporto per la rete di riferimento dei soggetti deboli.

Se la contenzione è una sconfitta tanto del paziente quanto del medico, l"Amministratore di Sostegno può essere di aiuto sia al soggetto ma anche al medico curante il quale potrà avvalersi di un mediatore con cui costruire un progetto di salute con il paziente.

Un Amministratore di Sostegno nominato per un periodo determinato e con un compito preciso e limitato al superamento della crisi e alla costruzione nel breve periodo di un progetto che accompagni il paziente fuori dalla crisi che lo ha visto ricoverato; dopotutto, se il Giudice Tutelare deve convalidare un Trattamento Sanitario Obbligatorio, può ritenere importante che una persona nelle funzioni di pubblico ufficiale possa supervisionare ed affiancare il paziente nel comunque difficile momento di una crisi.

 

Dott. Alessio Pellegrini




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