-  Gasparre Annalisa  -  24/11/2012

CANI IN CARCERE: MA SOLO COME VISITATORI E CONFORTO PER I DETENUTI - Annalisa GASPARRE

E' di questi giorni la notizia che riporta un'apertura - fisica, materiale ma soprattutto mentale - posta in essere dalla direttrice del carcere Dozza che ha accolto la richiesta di un uomo, detenuto in reparto di alta sicurezza, di far accedere il proprio cane al carcere, nell'ambito della Festa della famiglia in carcere, in programma in questi giorni. Durante la festa i detenuti riceveranno in locali diversi da quelli usuali i propri familiari: si tratta di un momento dedicato agli affetti, nell'ambito di quei principi di umanità della pena che informano il nostro ordinamento. E siccome anche il cane è un affetto, come riconosce la direttrice del penitenziario, anche il cane potrà incontrare il suo compagno (detenuto) umano.

Si saluta con piacere e speranza questa apertura, con l'augurio che possa essere seguita altrove e in modo diffuso, segnalando però come non sia la prima volta che succede nella storia del nostro Paese. Già in passato vi era stato un caso nel carcere di Palermo. In quell'episodio il Sostituto Procuratore aveva concesso all'indagato detenuto un "colloquio" con il cane dello stesso: l'animale si stava lasciando morire. Secondo il magistrato "La pena non deve essere inutilmente afflittiva, anche per i familiari del detenuto. E perché no, pure per quell'animale che è affezionato al suo padrone e si sta lasciando morire" (fonte ADNKRONOS 24/12/2005).

Molto interessante, perchè provvedimento giurisdizionale, è l'argomentazione fornita dal Magistrato di Sorveglianza di Vercelli, in un altro episodio (decreto 24/10/2006 Est. Lo Piccolo). Partendo dal principio per cui il detenuto deve essere agevolato nel coltivare e mantenere i rapporti affettivi, il magistrato ha attribuito al cane la soggettività di membro della famiglia, nella cui relazione con il detenuto deve essere dedicata particolare attenzione. Il magistrato ha rimosso l'ostacolo "di specie" alle valutazioni che, nel procedimento amministrativo di autorizzazione, il Direttore dell'Istituto dovrà compiere.

Sia consentito rinviare per l'analisi del provvedimento citato a: Il detenuto deve essere agevolato nel coltivare e mantenere i rapporti affettivi. Anche se il soggetto dell'affetto è un cane http://www.osservatoriosullalegalita.org/11/acom/08ago1/0707gasparrejus.htm.

Porte aperte dunque anche ai cani là dove sono sempre stati esclusi (ma solo per il benessere loro e del loro compagno umano, e non là dove sono esibiti, umiliati, usati, reclusi senza aver commesso alcun reato). Si pensi anche al caso dell'anno scorso, con cui il giudice tutelare ha consentito che il cane potesse accedere ad una casa di riposo dove era curata la propria anziana compagna umana. Si possono leggere, su questo sito, le parole di Maria Rita Mottola http://personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=37390&catid=234 e di Rita Rossi http://personaedanno.it/index.php?option=com_content&view=article&id=37396&catid=234

 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film