-  Musumarra Lina  -  23/10/2012

LA LOTTA CONTRO IL DOPING NELLO SPORT - Lina MUSUMARRA

"LA LOTTA CONTRO IL DOPING NELLO SPORT" - Lina MUSUMARRA

Della medesima Autrice, che qui affronta il caso Armstrong, privato, appena ieri, di tutte le maglie gialle conseguite nei sette Tour, segnaliamo il recente contributo "Giustizia sportiva e standard probatorio", che P&D ha pubblicato il 17 ottobre 2012; inoltre, invitiamo i visitatori anche alla lettura del contributo "Le antinomie dell'ordinamento sportivo: il caso Conte", che P&D ha pubblicato in data 27 agosto 2012; digitando sulla fotina di Lina Musumarra appariranno tutti gli articoli più recenti (pms)

 

 

"Il più sofisticato, professionale e vincente programma di doping che lo sport abbia mai visto". Parliamo del caso Armstrong, il famoso ciclista texano già radiato lo scorso agosto dall"Agenzia Antidoping americana (USADA) e ora privato dall"Unione Ciclistica Internazionale (UCI) di tutte le vittorie conseguite dal 1998 al 2005, comprese le conquiste dei sette Tour de France che lo avevano proiettato sulla cima della storia del ciclismo. Una decisione clamorosa che "lascia un buco devastante nella storia del ciclismo e del Tour de France. Perché Armstrong è una figura che ha fatto la storia di questo sport e che ora rischia di sparire completamente facendo sparire anche la credibilità dell'antidoping, perché non si può non chiedersi, davanti a una vicenda del genere, così prolungata nel tempo, dove si trovava chi doveva controllare e vigilare. Si dice che il doping corra sempre più velocemente dell'antidoping. Ma qui il quadro è molto più imbarazzante e sospetto" (www.ilsole24ore.com, 22 ottobre 2012).

Nel quadro dello sport di competizione, già nel 1999 la Commissione europea sottolineava che "l"atto di doparsi non è più, salvo eccezioni, l"atto isolato di uno sportivo praticato il giorno della gara. Si tratta ormai di metodi sistematici, organizzati e strutturati nell"ambito delle squadre, che utilizzano i progressi della medicina e della farmacologia per uno scopo contrario all"etica" (Piano di sostegno comunitario alla lotta contro il doping nello sport, Bruxelles, 1.12.1999, COM (1999) 643, in Riv. Dir. Sport. n. 1-2, 2000, pp. 123 ss.). Recentemente il Consiglio dell"Unione europea ha invitato i governi nazionali ad intraprendere un"azione diretta a contrastare operativamente tale fenomeno anche tra gli sportivi non professionisti, richiamando, soprattutto, l"esigenza di raccordare tutti gli interventi nazionali in materia all"azione generale svolta dall"Agenzia Internazionale per il doping (WADA) (per un maggiore approfondimento si rinvia a S. Rigazio, "Doping e Sport dilettantistico: l"Unione europea prende posizione", in www.personaedanno.it, 14 giugno 2012). Anche il Parlamento europeo insiste sulla necessità di lottare contro il doping, "prestando particolare attenzione ai più giovani, attraverso campagne di prevenzione e informazione" e favorendo, altresì, "una maggiore armonizzazione del diritto in modo da conseguire un"efficace cooperazione tra le forze di polizia e le autorità giudiziarie" (Risoluzione del 2 febbraio 2012 sulla dimensione europea dello sport, 2011/2087 - INI).

Peraltro, nella Relazione presentata al Parlamento dal Ministero della Salute sull"attività svolta nel 2011 dalla Commissione per la vigilanza ed il controllo sul doping (consultabile in www.salute.gov.it – sez. prevenzione/antidoping) si evidenzia come il fenomeno dell"uso ed abuso di sostanze e metodi vietati e dell"abuso di assunzione di medicinali colpisca soprattutto le fasce giovanili della popolazione. Indagini conoscitive hanno dimostrato come, "a fronte di un sempre più diffuso utilizzo di integratori alimentari, non corrisponda altrettanta consapevolezza circa le circostanze in cui sia utile o necessaria la supplementazione con le sostanze presenti negli integratori, in quanto generalmente una corretta alimentazione copre ampiamente i fabbisogni nutrizionali di un individuo, sia esso sportivo o non". La Commissione, attraverso il sistema informativo Reporting System Doping Antidoping - con il quale vengono elaborati i dati raccolti sull"uso dei farmaci consentiti, in base alle dichiarazione rese dagli atleti sottoposti ai controlli - ha confermato la tendenza dei praticanti l"attività sportiva ad assumere grandi quantità di farmaci non vietati (soprattutto antinfiammatori), compresi prodotti omeopatici, e di prodotti salutistici (vitamine, sali minerali, aminoacidi, integratori). Al riguardo nella Relazione si segnala l"emanazione di due importanti sentenze: la prima emessa il 4 marzo 2011 dalla Commissione Disciplinare Nazionale della Federciclismo, che ha squalificato medico e dirigenti di una squadra giovanile per abuso di medicalizzazione, in assenza di patologie, praticato per il mero miglioramento della prestazione; la seconda pronunciata dalla Corte di Cassazione il 23 agosto 2011 (n. 17496), che ha sanzionato, per lo stesso motivo, un medico. Entrambi i provvedimenti sono motivati dalla lesione dell"etica sportiva e prescindono dall"utilizzo di sostanze dopanti. In questo ambito si inquadra anche il divieto di uso di siringhe in assenza di patologie, imposto dall"Unione Ciclistica Internazionale.

In merito, infine, all"attività di controllo antidoping, le discipline maggiormente testate nel 2011 sono state il ciclismo, il calcio, il nuoto, la pallacanestro e la pallavolo nelle categorie amatoriali e giovanili, su manifestazioni organizzate dalle Federazioni sportive nazionali, Discipline Associate ed Enti di promozione sportiva. Su 1.676 atleti controllati è risultato positivo, ad una o più sostanze, il 3,6% degli atleti uomini e l"1,6% delle atlete donne. La percentuale più elevata di principi attivi rilevati appartiene alla classe dei diuretici e agenti mascheranti (24,8%), seguita dagli agenti anabolizzanti (20%), dai cannabinoidi (17%) e dagli stimolanti (16,6%). In particolare "gli agenti anabolizzanti nel corso degli ultimi anni hanno subito un sostanziale aumento delle positività, facendo rilevare un trend crescente, in controtendenza a quanto osservato per i derivati della cannabis".




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