-  Gasparre Annalisa  -  11/02/2016

L'OPINIONE. BAMBINI, CACCIA, EDUCAZIONE - Annalisa GASPARRE

L'attività venatoria è lecita, senza dubbio. Naturalmente a condizione che sia svolta secondo le previsioni di legge.

Qualcosa che obiettivamente fa pensare all'uomo preistorico ma, sebbene contrastata da decenni, dura ad estinguersi.

Ad estinguersi, talvolta, sono gli stessi individui che vanno a caccia e che si sparano vicendevolmente, naturalmente per errore.

Tragiche fatalità, ma il numero di morti per un'attività obiettivamente pericolosa è sempre alto. Un costo eccessivo per animali e umani, certamente un costo non necessario (per sperimentare il brivido della "guerra" e della "caccia" ci sono interessanti giochi di gruppo con uso di armi finte ma che per tutto il resto - uniformi comprese - sono assimilabili).

In disparte queste considerazioni, è stupefacente vedere gli sforzi che vengono fatti per "educare" i bambini a questa pratica. 

Si apprende dalla stampa che in una scuola della Regione Marche bambini delle scuole elementari sono condotti all'interno di una Zona di Ripopolamento e Cattura per assistere alla cattura delle lepri, prima rilasciate nell'area.

Nelle scuole c'è libertà di insegnamento ma...

La spiegazione che viene data rispetto alla bontà di tale attività didattica è quella dell'approfondimento della conoscenza degli animali selvatici.

Con tutto rispetto, nutro forti dubbi. A tutto concedere l'iniziativa sembra finalizzata ad altro: ad avvicinare i bambini alla caccia, mascherando l'attività come educazione ambientale. Non si comprende altrimenti la preferenza accordata alle Zone di Ripopolamento piuttosto ad oasi od aree protette dove, al contrario, la caccia è vietata, proprio per consentire alla fauna ivi presente di essere tutelata dalle aggressioni dell'uomo. 

Ricordiamoci una cosa: se la caccia fosse un diritto, non avrebbe limiti. Invece è un'attività tollerata - e disciplinata - tant'è che per esercitarla è necessario avere una licenza, il che, in termini giuridici, sta a significare che cacciare non è un diritto, certamente non un diritto assoluto, giacché necessita dell'intermediazione della pubblica amministrazione che rilascia i relativi permessi.

Le associazioni contro la caccia evidenziano, inoltre, che il trend di partecipazione è negativo e che i cacciatori hanno un'età media molto avanzata, sicché la "formazione" delle giovani leve corrisponderebbe all'esigenza di mantenere lo status quo e che, pertanto, l'attività didattica nelle zone in questione non sarebbe una coincidenza, ma un preciso disegno propagandistico.

Una cosa lasciatemela dire: io non ho figli ma sono diventata "madre" di mio fratello quando avevo 11 anni. Non so se gli ho insegnato qualcosa o se è lui che ha insegnato a me. Ad ogni modo credo che fare assistere bambini, in un'età certamente vulnerabile, a "catture" di animali indifesi contribuisca a peggiorare l'empatia e le sorti di questa umanità.

 

La foto è di un giovane gufo reale, liberato dopo essere stato curato. La foto è stata scattata nell'ambito di un intervento di liberazione all'interno di un progetto educativo. 





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