-  Anceschi Alessio  -  27/01/2016

IL MATRIMONIO NON E' UNA PATENTE D'AMORE - Alessio ANCESCHI

Sul tema del matrimonio omosessuale mi sono già ampiamente espresso sulle pagine di questo sito nel mio articolo "Matrimonio omosessuale: La famiglia non esiste per tradizione ma per natura" del 11 febbraio 2015.

Il tema è "caldo" già da parecchio tempo e l'impressione è che fin che non si arrivi ad estendere il matrimonio anche agli omosessuali qualcuno riterrà sempre che tale mancato riconoscimento costituisca una gravissima violazione dei diritti umani.

Eh sì ... perché una società che ha già tutto tranne la consapevolezza della propria libertà diventa una società egoista anche in un periodo, come quello in cui stiamo vivendo, dove, la rivendicazione di "diritti umani inesistenti" si affianca alla graduale perdita dei diritti fondamentali già "esistenti" e ben più "consistenti".

D'altro canto il nostro legislatore ci ha già da tempo abituati a considerare la "legge" (quella con la L maiuscola) come un balocco per bambini, come una moda da seguire a piacimento del gregge. Il giurista invece sà (o dovrebbe sapere), che il diritto non è un gioco e che 2 + 2 fà sempre 4 anche nel diritto, quantomeno laddove si parli di principi fondamentali. Il nostro legislatore ci ha ormai abituato alle riforme del vocabolario, perché in un mondo di scimmie con i calli ai pollici, anche l'etimologia e la grammatica non sono poi più così importanti ed oramai le cose si cambiano, cambiandogli semplicemente il nome. Ahi Shakespeare dove sei finito !!??

E così, se proprio di matrimonio omosessuale non possiamo parlare probabilmente li chiameremo "unioni civili" purchè l'importante sia riconoscere alle coppie omosessuali quei diritti che si ritiene spettargli ovvero il diritto a sposarsi tra di loro ed (ovviamente) tutto ciò che ne consegue. Questo perché, per essere moderni, bisogna guardare agli altri Paesi occidentali dove tali diritti sono già stati riconosciuti. Peccato, (anche per gli omosessuali !!) che a tali Paesi non si ci guardi con riferimento al welfare, al rispetto del principio di ragionevole durata del processo, al diritto allo studio, alla tutela del lavoro giovanile, alla certezza della pena e così via !!!

Ispiriamoci allora agli altri Paesi occidentali, che evidentemente dettano la moda in termini di "diritto" (accidenti ... un'altro primato italiano che viene a mancare, come il lambrusco ed il prosciutto di Parma !!!) sperando che in un futuro la moda del diritto non detti che dobbiamo camminare a gattoni e vestirci tutti di fucsia.

Ebbene, il diritto dei talk show ha oramai bollato chi la pensa come me come "omofobo" e quindi "pazienza". La mia mente tuttavia mi impone ancora di pensare, la laurea in giurisprudenza appesa alla parete della mia stanza mi ricorda che, effettivamente, qualcosa all'Università ho studiato.  Anche il mio cuore (ebbene si ... anche il mio piccolo cuore di avvocato !!) che mi permette di guardare fuori e stupirmi delle meraviglie del creato, mi suggerisce qualcosa. Mi suggerisce che il creato è un susseguirsi di vita ... la vita ... concetto sul quale bisognerebbe in effetti riflettere un pò più spesso.

Ebbene, ho già detto che il matrimonio non esiste per "moda" o per "tradizione" ma per natura. La stessa sua etimologia richiama al termine "mater" (madre) ovvero alla procreazione. L'istituto del matrimonio non è una banale "patente d'amore", un mazzo di fiori, una cerimonia, così come non è soltanto il diritto alla pensione di reversibilità. Il matrimonio è un istituto giuridico che tutela il nucleo fondamentale della società, la famiglia appunto, ovvero quel gruppo formato inevitabilmente da un maschio ed una femmina dal quale nasce un figlio che è l'oggetto principale non solo (e non più tanto) del matrimonio, quanto dell'intero "diritto di famiglia". Il matrimonio nasce, come istituto giuridico, proprio per tutelare la famiglia e la famiglia, per sua definizione è unicamente quella tra un uomo ed una donna poiché solo un uomo e di una donna (volenti o nolenti) possono procreare, poiché solo dalla loro unione nasce la vita umana. Dispiace dirlo, ma anche gli omosessuali sono nati da un uomo ed una donna !!!

Certo, possiamo senz'altro istituire per legge il matrimonio omosessuale, riconoscere legalmente l'unione omosessuale e chiamarla matrimonio. Possiamo anche chiamare cavalli i gatti e fare di tutto per tentare di cavalcarli. Possiamo farlo anche per legge, se consideriamo la legge un balocco.

Allora possiamo tirare in ballo i diritti umani e ricordare agli sbadati come me, che l'art. 12 conv. Roma 4.11.1950 (rat. l. 848/1955) sui diritti dell'uomo e sulle libertà fondamentali e l'art. 23 conv. New York 19.12.1966 (rat. l. 881/1977) sui diritti civili e politici riconosce a tutti i maggiorenni il diritto a sposarsi ed a formare una famiglia. Tale diritto è quindi inalienabile e deve essere riconosciuto a chiunque, anche agli omosessuali.

Quindi ? Quindi occorrerebbe sempre ricordare che il diritto non è un balocco nè una moda e che l'interpretazione non può far diventar bianco ciò che è nero. Il diritto a sposarsi ed a formare una famiglia è certamente un diritto individuale, che tuttavia non deve snaturare l'istituto al quale si riferisce. 

Si dimentica però che il matrimonio non è un diritto individuale al quale pensare egoisticamente. Il matrimonio è un rapporto tra 2 soggetti. Dimenticare questo significa dimenticare di cosa si stà parlando. Non basta il consenso. Altrimenti perché non sposarsi con il proprio genitore, il proprio figlio, la propria sorella od il proprio fratello ? Anche gli incestuosi "amano". Il diritto individuale al matrimonio quindi non può prescindere dalla natura stessa dell'istituto a cui si riferisce che è la naturale tendenza alla salvaguardia della prole (reale o potenziale).

Allo stesso modo il diritto a contrarre ovverosia a stipulare un contratto non presuppone esclusivamente il consenso delle parti bensì anche l'oggetto, la causa e la forma. Ebbene, l'eterosessualità dei coniugi è la causa stessa del matrimonio. Anzi di più, perché il matrimonio omosessuale è inesistente, mentre la mancanza di causa del contratto è causa di invalidità.

I diritti umani non c'entrano nulla. Non c'entrano nulla perché nessuno può impedire di amare qualcun altro e non riconoscere (giuridicamente) una cosa inesistente non significa certo non rispettare l'amore altrui. Gli omosessuali potranno sposarsi tra di loro quando potranno generare dei figli, con buona pace delle foglie che cadono e dei fiori che crescono. Riconoscere giuridicamente tali unioni solo per consentirgli di fare una festa od ottenere la pensione di reversibilità sarebbe sterile come appare sterile l'argomento in sè.

Tanto varrebbe allora abolire del tutto il concetto di matrimonio e tutelare solo le coppie con figli... ma poi perché, nemmeno quelle, chissenefrega ......

Non parlatemi poi di uguaglianza, perché eguaglianza non è egualitarismo. Il fondamento dell'uguaglianza è che và trattato in modo uguale ciò che è uguale ed in modo diverso ciò che è diverso. E se un omosessuale è sicuramente uguale ad un eterosessuale sotto il profilo dei diritti individuali ("individuali" !!!) un'unione affettiva omosessuale non è uguale ad un'unione affettiva eterosessuale, come rapporto giuridicamente rilevante (in quanto orientato alla procreazione). Sicché equiparare ciò che è diverso a ciò che è uguale è di per sè stesso discriminatorio.

Qualcuno ha peraltro fatto notare che se nella cultura greca e romana i rapporti omosessuali non costituivano un tabù, il matrimonio rimaneva comunque un istituto tra un uomo ed una donna. Inconcepibile anche per allora pensare ad un matrimonio omosessuale.

Non dimentichiamo poi un piccolo dettaglio: l'art. 29 cost. "riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio".

Una qualsiasi legge sul riconoscimento delle unioni omosessuali sarebbe pertanto di per sè stessa incostituzionale, poiché tenderebbe ad equiparare al matrimonio qualcosa che non lo è. Saggi i nostri padri costituenti che edificarono questa norma senza minimamente pensare che in un futuro, qualcuno (ed anzi più d'uno) avrebbero potuto concepire il matrimonio omosessuale.

Dovrebbero allora tornare alla mente (al fine di poterle scolpire nelle menti degli stolti) le parole di uno dei padri fondatori della nostra patria (ebbene sì, anche noi ne abbiamo, micca solo gli americani !!!) che appaiono tanto moderne quanto imperiture ... "Abbiate dunque, o miei fratelli, sì come santa la Famiglia. Abbiatela come condizione inseparabile della vita, e respingete ogni assalto che potesse venirle mosso da uomini imbevuti di false e brutali filosofie o da incauti che, irritati nel vederla sovente nido d'egoismo e di spirito di casta, credono, come il barbaro, che il rimedio al male stia per sopprimerla. La Famiglia è concetto di Dio, non vostro. La Potenza umana non può sopprimerla. Come la Patria, più assai che la Patria, la Famiglia è un elemento della vita. Ho detto più assai che la Patria. La Patria sacra oggi, sparirà forse un giorno, quando ogni uomo rifletterà nella propria coscienza la legge morale dell' Umanità: la Famiglia durerà quanto l'uomo. Essa è la culla dell' Umanità. Come ogni elemento della vita umana, essa deve essere aperta al Progresso, migliorare d'epoca in epoca le sue tendenze, le sue aspirazioni; ma nessuno potrà cancellarla" (Giuseppe Mazzini: "I doveri dell'uomo", 1830). 




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