-  Anceschi Alessio  -  31/10/2016

CONSUMO QUINDI ABITO. Quando il comune decide che sei residente altrove per addebitarti qualche tassa in più - Alessio ANCESCHI

Si sà che le iniziative del Governo hanno lasciato i comuni senza fondi, costringendoli a far fronte ai mezzi più disparati pur di riuscire a far quadrare i bilanci. Da questo all'abuso, il passo è talvolta breve, perchè si sà, la Pubblica amministrazione ha sempre ragione e se decide che il matrimonio "non sà da fare", allora"non sà da fare".

Questa vicenda che mi accingo a raccontare, ahimè, non si svolge nè sulle rive del lago di Como, nè su quelle del grande fiume ma nella mia amatissima città natale di Sassuolo, ovunque famosa per le piastrelle, la squadra di calcio neroverde, una serie di cantanti famosi, il liquore "sassolino" e varie altre cose.

Il sig. Prignani (il cognome è di fantasia), giovane trentenne, operaio in un'industria locale, oramai economicamente autosufficiente, decide un giorno di emarciparsi dai genitori e si trasferisce in un'abitazione autonoma situata dello stesso condominio dei medesimi, che ha acquistato con i propri risparmi, al fine di poter essere al contempo autonomo ma anche vicino ai genitori, che si avviano a diventare anziani.

Il comune di Sassuolo fà i suoi regolari controlli e gli dà la residenza, nel suo nuovo appartamento.

Il giovane continua la sua vita tranquillamente, tra casa, lavoro ed interessi personali, come qualsiasi altro onesto single che si rispetti.

Senonché un bel giorno, il comune di Sassuolo, bramoso di tasse, gli contesta che egli in realtà non è residente dove lo stesso comune ha dichiarato lui sia residente, bensì ancora con i genitori e questo perché, ovviamente, deve imputargli il pagamento delle maggiori tasse per le "seconde case" che per il comune corrisponderebbe nientemeno all'abitazione in cui vive.

Si evidenzi bene il fatto che, all'anagrafe, il sig. Prignani risulta ancora residente proprio laddove lo stesso comune afferma che lui non sia residente !!

Questo in base a cosa ? Beh, il comune ha verificato, accedendo non si sà come alle utenze del sig. Prignani (la gestione dei servizi in capo alle municipalizzate in questo aiuta) che egli abbia bassi consumi per le utenze domestiche in cui risiede e che quindi, per forza di cose, egli debba essere residente altrove.

Tralasciamo per un momento l'aspetto dell'illiceità (anche penale) di simili violazioni della privacy e dei dati personali, più confacenti ad istituzioni della Germania dell'est che della pianura padana (ma la nebbia evidentemente, può confondere la geolocalizzazione di qualche burocrate !!) e l'assoluta arbitrarietà di un tale assunto, che misura l'esistenza umana in Watt Non più quindi il noto principio cogito ergo sum (ragiono quindi esisto) bensì quello del "Consumo ergo habito" (Consumo quindi risiedo).

Premesso il fatto che il sig. Prignani non deve rendere conto a nessuno, egli è un giovane single che fà spesso la doccia al lavoro, consuma spesso i pasti coi genitori o fuori casa ed in generale passa molto più tempo (beato lui) fuori casa che presso la sua abitazione.

Male, anzi malissimo !! Dovrebbe lascir correre più spesso l'acqua da rubinetti, lasciare acceso luci e televisione e semmai anche aperto il frigo, per compiacere le municipalizzate del comune ed il comune stesso. Se pretendi di risiedere a casa tua devi necessariamente CONSUMARE. Perché uscire così spesso a giocare a calcetto con gli amici ? No, devi stare in casa a guardare il "grande fratello", con la luce accesa, devi usare il phon più spesso anche se non hai capelli e se ti piacciono tanto le patate, cucinatele al forno. Evita anche di chiudere il rubinetto mentre ti lavi i denti. Se proprio vuoi stare con gli amici, invitali a casa tua, ma l'importante è che consumi perchè senno .... perchè senno non abita lì. Guai poi se tua madre dovesse mai farti la lavatrice o se dovessi semmai azzardarti ad utilizzare le lavatrici a gettoni fuori casa !! I tuoi vestiti sporchi te li devi lavare tu. Compra elettrodomestici ed usali, altrimenti che vivi a fare ?

"Non consumo ergo non habito".

In fin dei conti, in una società consumistica come la nostra, se non consumi non sei nessuno. Forse dovrebbero togliergli anche la cittadinanza. Ma mi raccomando non il codice fiscale, perchè se anche non consumi, le tasse te le dobbiamo fare pagare lo stesso.

Il sig. Prignani ovviamente impugna l'addebito, prima inutilmente in autotutela e poi innanzi alla commissione Tributaria di Modena. Il procedimento è ancora in corso, sicché non possiamo dirvi come andrà a finire.

Possiamo però dirvi cosa scrive il comune di Sassuolo, in persona dell'impassibile funzionario Dr. Lenzu, nella propria memoria difensiva.

Secondo il comune le difese del ricorrente sono infondate. Questo perché "per godere del diritto all'agevolazione di abitazione principale" occorre rifarsi alla definizione di abitazione principale che è data dall'art. 8 co. 1°, d.lgs. 504/1992 il quale dispone che "abitazione principale del soggetto passivo è salva, prova contraria, quella di residenza anagrafica". Evidentemente il comune non ritiene di contraddirsi nel fare tale affermazione. Afferma infatti che è il sig. Pugnaghi a dover provare di essere effettivamente residente dove il comune gli certifica la residenza anagrafica !!

Ma proseguiamo. Il comune evidenzia che ai sensi dell'art. 43 c.c. la residenza coincide con la "dimora abituale". Quale sarà mai la dimora abituale ? A seguito di una lunga elucubrazione filosofica (che risparmiamo) il comune arriva a dire che, in virtù del "principio di non contraddizione", la dimora abituale è dove il comune dice che sia e non dove lui stesso l'ha certificata.

Bene.

Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole e più non dimandare !! 




Autore

immagine A3M

Visite, contatti P&D

Nel mese di Marzo 2022, Persona&Danno ha servito oltre 214.000 pagine.

Libri

Convegni

Video & Film