-  Redazione P&D  -  11/04/2017

Il silenzio dell'anima di Lucia Gaddo Zanovello - Maria Beatrice Maranò

Tra i poeti nati oggi, il nostro almanacco ha scelto Lucia Gaddo Zanovello venuta alla luce a Padova  l'11 aprile 1951, vivente.

Sandro Montalto nella prefazione a Consapevolvenze (2015), tracciava il filo conduttore che attraversa l"intera produzione poetica di Lucia Gaddo Zanovello: "....per la poetessa il linguaggio non è un rifugio ma piuttosto un armamentario di strumenti con i quali leggere e abitare il mondo: Gaddo Zanovello non si rinchiude dietro barriere di parole colte ma approfondisce il linguaggio per avvicinarsi il più possibile alla trama dell"esistere nel mondo. Il linguaggio è per lei gioia come lo è l"osservare i fenomeni della natura o condividere uno sguardo o scambiare un bacio (…)Un amore per il linguaggio che non appare mai disgiunto dall"amore per le cose, per le persone e per la realtà quotidiana (…) Infine, l"attenzione e l"amore per la natura, dalla quale imparare i cicli, l"entusiasmo della primavera e la pazienza dell"inverno (…) Possiamo dire, fuori da ogni abusata e semplicistica formula critica, che, pur con le sue ovvie oscillazioni ed esplorazioni, tutta la produzione di Lucia Gaddo Zanovello  si configura come un enorme e ininterrotto poema". La stessa poetessa ebbe a precisare in una sua raccolta poetica: " Ogni scrittura floreale, e sommamente quella delle rose, eleva lo sguardo ai vertici di perfezione del mondo. L"anima s"inebria dell"ineffabile profumo di questo fiore affascinante; la forma delle sue variegate corolle, iridate dalle sfumature di colore sempre nuove… richiama per intero l"ideale di bellezza […] Ma fra gli esseri che vivono sottoposti a morte è quella umana la più tormentata e fragile delle avventure. Si viene al mondo per sottrazione dall"originario stato di compiutezza e di intangibilità nella madre, per patire subito il difetto, la vulnerabilità e l"abbandono, nella certezza di dover attraversare il dolore». Così la poesia si ritrova ad essere "un parlare d"acqua" mentre «passa la cometa di un pensiero nel giardino delle idee», un alato alito, un effluvio di "illuminillime" (dalla omonima raccolta pubblicata nel 2011), avverbio policorde, anche per aspetto fonico, e contraddittorio, oscilla fra un significato e il suo opposto, un minimale e un massimale insieme… Il termine riflette i toni della scala del buio e della luce, dall"apparente sua assenza (illumine, senza luce e illune, senza luna) alla sua massima brillantezza che orna il Creato che tutto illumina e riempie di grazia"

Felicità è questa bonaccia piatta
umido grigiore che non è tempesta
mi basta questa
per non andare alla deriva 
all"altra riva
un sole che aspetta
nel fermo della brezza
altra carezza
che chiede un po" di sosta
un velo di pazienza
ma la bellezza è già nel nido
che emerge dal galleggio,
un infimo d"arpeggio
appena percepito.
Dove vada a parare
questo tratto di mare
non è dato sapere.
Godere intanto si deve
la stasi forzata, il beccheggio
che pare infinito,
scontato la barca si muova,
scelta dovuta
all"invito del vento.( Lucia Gaddo Zanovello)...Il silenzio dell"anima




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